sabato 7 settembre 2019
Il presidente della Repubblica scrive al Forum Ambrosetti, sottolineando le sfide che attendono la legislatura europea. E chiede più equità fiscale, mettendo a tema la tassazione delle multinazionali
Mattarella: serve un riesame del Patto di stabilità
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Un riesame del Patto di stabilità, un sistema fiscale «più equo e corretto», che preveda la tassazione della «grandi imprese multinazionali», un programma europeo di legislatura che affronti le grandi sfide rappresentate da «cambiamenti climatici e demografici, rapide trasformazioni tecnologiche, tensioni politiche e minacce alla sicurezza». Parla del futuro dell’Europa - ma allo stesso tempo guarda alle scelte economiche nazionali - il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio inviato oggi al Forum Ambrosetti , in corso a Cernobbio, sul lago di Como. Il contesto internazionale, ricorda, è «caratterizzato da crescenti rischi e incertezze e dal rallentamento dell’attività economica, anche a causa di inappropriate guerre commerciali». Perciò «soltanto un’Europa solida e unita sarà capace di contribuire da protagonista al governo dei grandi temi globali».


«Obiettivi coesione e crescita, per aprire una nuova fase»

L'inizio della nuova legislatura europea , scrive Mattarella nell’incipit del messaggio, «offre l'opportunità di poter definire un programma all'altezza delle aspettative dei cittadini europei espresse con il recente voto». Il Capo dello Stato rilancia, dunque, la necessità di una «stretta cooperazione tra Paesi e istituzioni» dell’Ue per «rilanciare l’integrazione, completare il mercato unico e rafforzare il pilastro sociale». Quadro multilaterale in cui l’Italia è chiamata a rivestire «un ruolo di primo piano». Nel messaggio - indirizzato a Valerio de Molli (managing partner e amministratore delegato di The European House-Ambrosetti) e letto ai rappresentati del mondo economico e finanziario dall'ex premier Enrico Letta - Mattarella spiega che «coesione e crescita sono gli obiettivi ai quali guardare e il necessario riesame delle regole del patto di stabilità può contribuire a una nuova fase, rilanciando gli investimenti in infrastrutture, reti, innovazione, educazione e ricerca». Vanno inoltre fatti «passi avanti per una fiscalità europea che elimini forme di distorsione concorrenziale e affronti invece il tema della tassazione delle grandi imprese multinazionali, per un sistema più equo e corretto». E questo, secondo il Capo dello Stato va fatto «unitamente al rafforzamento del coordinamento delle politiche economiche, utili ad accompagnare le trasformazioni produttive e del lavoro».


Amendola (ministro Affari Ue): tempo di svolta per Unione


Tra i primi commenti al messaggio del Quirinale quello del nuovo ministro per gli Affari europei, Enzo Amendola. Per il quale Mattarella indica nuove vie da perseguire e «nel quadro dei rischi che si stanno addensando nel mondo, sottolinea come l'Europa abbia bisogno di una svolta fondata su coesione e crescita e con un attento riesame delle regole del patto di stabilità e delle linee di indirizzo economiche. Questa, sottolinea il ministro, è una scelta che l'Italia «non solo sostiene ma può perseguire, viste anche le indicazioni che la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha presentato nel suo discorso al Parlamento europeo. Per l'Europa, conclude Amendola, «è tempo di una svolta per reggere ai marosi della competizione globale, delle sfide commerciali, degli squilibri tra continenti e delle trasformazioni del mercato del lavoro». Commenti positivi arrivano anche dal titolare del Dicastero per gli Affari regionali, Francesco Boccia, che sottolinea come l'auspicio di una tassazione per le multinazionali deve diventare «impegno comune». Anche il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire, condivide l'esigenza di rivedere il patto di stabilità, ricordando di aver già «proposto un "compact" per la crescita» che «credo sia molto vicino a quello
proposto da Mattarella». No si fa attendere anche la reazione critica della Lega: « Con Mattarella, i 5 Stelle e il Partito Democratico l'Italia sarà soltanto la schiava di Bruxelles, Berlino e Parigi».









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