venerdì 19 agosto 2016
L'intervento del presidente della Repubblica ha aperto l'appuntamento di di Rimini.
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Mattarella al Meeting: unità, non muri
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"Il confronto e l'accoglienza di culture e storie diverse sono ancora la base dell'Italia". Lo ha detto il il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, arrivando al Meeting di Rimini questa mattina, dove ha aperto la kermesse con un lungo discorso seguito da un botta e risposta con alcuni giovani presenti. "È importante quando si riesce nel confronto politico a riconoscere i momenti in cui è necessario essere uniti e trovare momenti di convergenza, perchè sono la punteggiatura dell'unità del Paese". "L'attitudine dei giovani a diventare protagonisti della propria storia - ha proseguito Mattarella - costituisce l'energia vitale di un Paese. Questa spinta vale più di qualunque indice economico o di borsa. La nostra società sta invecchiando e ci sono rischi oggettivi che le potenzialità dei giovani vengano compresse. Dobbiamo scongiurare questo pericolo che minaccia la nostra, come altre, società".Anche per questo - rileva - in un tempo di cambiamenti epocali come il nostro è necessario prestare attenzione e dar spazio alla visione dei giovani. Senza farci vincere dalle paure. Dalle paure antiche e da quelle inedite. Attenti a non cadere nell'errore di ritenere nuove false soluzioni già vissute e fallite nel breve Novecento. Non ci difenderemo alzando muri verso l'esterno, o creando barriere divisorie al nostro interno. Al contrario". Il Capo dello Stato ha osservato che "tante nuove diseguaglianze stanno emergendo. Spesso sono proprio i giovani a pagarne il prezzo più alto. Occorre ricominciare a costruire ponti e percorsi di coesione e sviluppo. Occorre rendersi conto che vi è un destino da condividere. Stiamo parlando di condivisione dei benefici e delle responsabilità; e anche delle difficoltà. Condivisione dei diritti e dei doveri. Della memoria del nostro popolo e del suo sguardo verso il futuro". "Sono qui - ha detto ancora Mattarella - per incoraggiare, insieme a voi, tutti i giovani che sono disposti a mettersi in gioco per una speranza, per una passione, per una buona causa. La Repubblica italiana - sostiene Mattarella - ha appena compiuto 70 anni. Anch'essa è giovane. I tempi biologici sono più lunghi per le istituzioni. Ha già affrontato prove impegnative. Per diventare più forte ha bisogno di rinnovato entusiasmo, di fraternità, di curiosità per l'altro, di voglia di futuro, del coraggio di misurarsi con le nuove sfide. L'egoismo non genera riscatto civile. Può dare a qualcuno l'illusione di farcela da solo, mentre altri soccombono". Mattarella poi ha ammonito: "La tentazione dell'isolamento rischia di pregiudicare anche le grandi opportunità di comunicazione che la scienza ci mette a disposizione, sovvertendone la funzione. Basta pensare alla tendenza di molti di collegarsi sul web soltanto a quelli che la pensano come loro, in circuiti ristretti e chiusi". A Rimini è arrivato anche un messaggio di Papa Francesco: "L'individualismo allontana dalle persone, ne coglie soprattutto i limiti e i difetti, indebolendo il desiderio e la capacità di una convivenza in cui ciascuno possa essere libero e felice in compagnia degli altri con la ricchezza delle loro diversità. C'è troppo spesso la tentazione di chiudersi e considerare gli altri un fastidio. Il titolo dell'incontro, Tu sei un bene per me, è coraggioso. Infatti - dice il Papa agli organizzatori, nel messaggio al vescovo di Rimini, monsignor Francesco Lambiasi, firmato dal Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin - ci vuole coraggio per affermare ciò, mentre tanti aspetti della realtà che ci circonda sembrano condurre in senso opposto. Troppe volte si cede alla tentazione di chiudersi nell'orizzonte ristretto dei propri interessi, così che gli altri diventano qualcosa di superfluo, o peggio ancora un fastidio, un ostacolo. Ma questo non è conforme alla nostra natura: fin da bambini noi scopriamo la bellezza del legame fra gli esseri umani, impariamo ad incontrare l'altro, riconoscendolo e rispettandolo come interlocutore e come fratello, perché figlio del comune Padre che è nei cieli".
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