sabato 10 dicembre 2016
Concluse le consultazioni al Quirinale. Il presidente Mattarella ha fretta, l'incarico al nuovo premier atteso entro la giornata di domenica
Impossibile il governo di responsabilità. Gentiloni in pole position
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Dopo 48 ore di consultazioni, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato ad una prima certezza: i margini per un governo di responsabilità nazionale non ci sono.

Ma il Capo dello Stato, descritto come"sereno e molto determinato" a risolvere la crisi in tempi brevi, è ottimista sulla possibilità di poter arrivare già entro questa domenica a dare l'incarico al nuovo premier. Non prima, però, di aver fatto un nuovo tentativo per convincere Matteo Renzi ad accettare un bis, ipotesi al quale il leader Pd è indisponibile, pur impegnato ad aiutare il Capo dello Stato proponendo il nome di Paolo Gentiloni, sul quale converge il Pd: partito che resterà l'architrave della maggioranza del nascituro governo di scopo.

Nonostante l'insistenza dei suoi e degli alleati Alfano e Verdini, che oggi hanno speso il suo nome anche nell'incontro al Colle, Renzi non ha intenzione di tornare sui suoi passi. La sua priorità per i prossimi mesi, prima di un ritorno alle urne che vuole in tempi brevi, sarà il congresso del Pd e riprendere le redini di un partito un po' trascurato per gli impegni di governo.

Il premier uscente lo ha ribadito ai molti ministri, da Padoan a Franceschini, da Martina ad Orlando, che ha incontrato stamattina a Palazzo Chigi. E poi alla delegazione Pd poche ore prima di salire al Quirinale. La linea, concordata nel vertice, alla luce dell'indisponibilità di Renzi, è stata di non indicare a Mattarella nè un nome secco nè una rosa come candidato alternativo. Ma di offrire il "sostegno" del primo partito di maggioranza relativa alla soluzione che il Capo dello Stato proporrà per uscire dalla crisi.

"Il Pd - chiariscono fonti di maggioranza - è pronto a sobbarcarsi la responsabilità di un nuovo governo ma non ha intenzione di intestarsi come suo un esecutivo perché il nostro orizzonte restano le elezioni il prima possibile". Un via vai, quello a Palazzo Chigi, che ha subito fatto gridare le opposizioni a "consultazioni parallele" di Palazzo Chigi rispetto al Quirinale.

Ma dal Colle si smentiscono voci di irritazioni, cogliendo invece il senso dell'impegno del segretario Pd a consolidare il patto di sindacato dentro il partito e ad accelerare così l'uscita dalla crisi. Dopo una notte di riflessione, domani Mattarella trarrà le conclusioni. È probabile che il presidente della Repubblica cercherà di convincere Renzi che un suo bis sarebbe la soluzione migliore per avere nel tempo più breve possibile un esecutivo pronto a mettersi al lavoro e "serio". Il leader dem dovrebbe confermare il suo no al bis e a quel punto consigliare il nome di Paolo Gentiloni come soluzione capace di compattare il Pd e la maggioranza.

Sul nome del ministro degli esteri converge anche la minoranza dem che chiede però una "svolta" nelle politiche sociali e una "discontinuità nella gestione del potere", alludendo alla possibile riconferma di fedelissimi del premier. Posizione che i renziani liquidano come anticipo del congresso ormai alle porte e che Renzi annuncerà domenica 18, all'assemblea del Pd. "Prima diamo la mano a risolvere la crisi e poi, con le mani libere dal governo, comincerà la resa dei conti", assicurano i renziani.

Quale governo?

Un governo con pieni poteri e una legge elettorale omogenea per Camera e Senato. Sono questi i due pilastri sui quali il presidente Sergio Mattarella baserà la sua soluzione per la crisi di governo. "Il nostro Paese ha bisogno in tempi brevi di un governo nella pienezza delle sue funzioni", è il punto fermo che Mattarella, nei giorni in cui emerge l'urgenza della vicenda Mps, rimarca al termine delle consultazioni.

Le consultazioni

Il capo dello Stato ha registra "con attenzione e rispetto" le valutazioni di tutti i gruppi, a cominciare dai leader principali, arrivati nel pomeriggio al Colle. È il Pd a chiudere le consultazioni. E la delegazione Dem sceglie di non fornire alcuna rosa di nomi, registrando "il largo rifiuto" dei partiti a un governo dire sponsabilità nazionale e assicurando al tempo stesso "il pieno sostegno alla soluzione che Mattarella riterrà più opportuna". Con un punto che il il capogruppo Pd Luigi Zanda sottolinea: l'obiettivo di "andare al voto in tempi il più rapidi possibili". Un obiettivo che Mattarella tuttavia non cita nella sua dichiarazione. Cita, invece, l'esigenza di "armonizzare" i sistemi elettorali di Camera e Senato, ovvero di mettere mano ad una legge ex novo indipendentemente dalla decisione della Consulta (il cui presidente Paolo Grossi oggi osserva come sia "un momento difficile per l'Italia e per la Corte") sull'Italicum.

Passaggio, quest'ultimo, pienamente condiviso da Silvio Berlusconi. "L'unica strada possibile è l'approvazione in tempi rapidi di una nuova legge elettorale condivisa per poi consentire agli italiani di esprimersi con il voto", spiega il leader di Forza Italia dopo aver incontrato Mattarella. Al quale conferma di essere non essere disposto a un governo di larghe intese.

Larghe intese che non avrebbero mai visto in campo né M5S né la Lega, né Fdi. E le parole di Mattarella, in serata, incendiano le opposizioni. "Un governo calato dall'alto non ha legittimazione, si vada al voto subito dopo la decisione della Consulta", è la posizione che il M5S ribadisce al capo dello Stato. Puntando, ancora una volta, sull'unica legge elettorale che il Movimento considera percorribile: l'Italicum rivisto dalla Consulta. E il M5S, in un'assemblea congiunta convocata subito dopo le consultazioni, si dice pronto alla mobilitazione, anche in piazza.

"Si sente puzza di marcio, il quarto presidente del consiglio non eletto sarebbe una vergogna", incalza Matteo Salvini. Mentre SI preannuncia il suo no a un governo Gentiloni: "serve discontinuità". Un concetto che anche la minoranza Pd sottolinea: "Se si fa finta di non vedere la lezione arrivata dal voto ci si sconnette dal popolo Dem". Chi assicura il suo ok ad un esecutivo è Denis Verdini che con Ala-Sc ribadisce l'esigenza di mettere mano alla legge elettorale. Sarà su questo punto che la maggioranza dovrà cimentarsi cercando di aprire un non facile canale di dialogo con le opposizioni, a cominciare da FI. "Il clima sia dialettico ma anche costruttivo", è l'auspicio che Mattarella, guardando anche al dibattito sulla legge elettorale, indirizza ai partiti.

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