venerdì 27 gennaio 2017
Il presidente della Repubblica: non dimenticare che anche gli italiani hanno avuto le loro colpe
Mattarella: contrastare ogni forma di intolleranza
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"Nulla deve fermare la nostra volontà di ricordare". Sono passati 72 anni dalla liberazione del campo di concentrazione di Auschwitz ma l'esigenza di tramandare il ricordo dello sterminio nazista degli ebrei è più che mai viva. Ne è convinto Sergio Mattarella, che celebra al Quirinale la Giornata della memoria, con la quale tutto il mondo ricorda da 12 anni le vittime della persecuzione. Le sue prime parole, davanti alle associazioni degli deportati nei campi di concentramento e ai rappresentanti della comunità ebraica italiana, sono di ringraziamento per coloro che, sopravvissuti alla tragica esperienza dei lager, continuano nella loro opera di testimonianza: "Dobbiamo esprimere la nostra riconoscenza, profonda e convinta - dice il capo dello Stato - per quei
reduci dei campi di sterminio che ancora oggi ci raccontano e ci tramandano l'indicibile sofferenza patita. Le loro storie e le
loro parole ci colpiscono, e ci chiamano, in maniera esigente, all'impegno e alla vigilanza".

IL DISCORSO DI MATTARELLA: LEGGI

È questo il punto centrale del discorso di Mattarella: la memoria della Shoah non è fine a se stessa, ma serve a riconoscere e debellare il virus del razzismo ogni volta che si ripresenta. Dice infatti Mattarella: "Ancora oggi dobbiamo chiederci: com'è possibile che, sotto forme diverse - che vanno dal negazionismo, alla xenofobia, all'antisionismo, a razzismi vecchi e nuovi, al suprematismo, al nazionalismo esasperato, al fanatismo religioso - ancora oggi si sparga e si propaghi il germe dell'intolleranza, della discriminazione, della violenza?".


"Conoscere, indagare, studiare, riflettere. E prevenire", sono le azioni che Mattarella raccomanda agli italiani. E, con l'occasione, lancia anche un monito a non chiudere gli occhi verso "le colpe di chi, anche in Italia, si fece complice dei carnefici per paura, fanatismo o interesse".

Non dissimile lo spirito degli appelli dei leader politici. Il premier Paolo Gentiloni invita a "non dimenticare l'Olocausto, ricordare le terribili lezioni del '900, alimentare le ragioni della nostra libertà".

Celebrata in tutto il mondo, la Giornata della memoria ha coinvolto anche il Vaticano, dove papa Francesco ha ricevuto il presidente dello European Jewish congress Moshe Kantor, l'associazione che rappresenta i circa due milioni di ebrei che vivono nella Ue. "Le sofferenze delle vittime dell'olocausto, le loro lacrime non siano mai dimenticate", sono state le parole del Pontefice.

Il segretario generale dell'Onu Antonio Gurterres ha attualizzato la giornata della memoria condannando i leader populisti che fanno fortuna sul razzismo. E nello svolgere il suo discorso ha messo insieme ebrei e islamici: "Anti-semitismo, razzismo, xenofobia e odio contro i musulmani sono oggi alimentati dal populismo e da figure politiche che sfruttano la paura per conquistare voti. Sono profondamente preoccupato per la discriminazione nei confronti degli immigranti, profughi e minoranze ovunque nel mondo".

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