venerdì 19 aprile 2019
Il testo verrà emanato e presentato in Parlamento per la conversione in legge
Mattarella firma il decreto "Sblocca-cantieri"
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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato ieri sera il decreto legge "Sblocca-cantieri". Lo si è appreso dal Quirinale. Il testo verrà emanato e presentato in Parlamento per la conversione in legge. Il decreto, approvato ieri in via definitiva dal Consiglio dei ministri tenuto a Reggio Calabria, è finalmente arrivato al traguardo finale. Il provvedimento prende il numero 32/2019, con data 18 aprile, ed è in vigore da oggi. La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 92 del 18 aprile 2019, arrivata nella tardissima serata di ieri, rischia di aprire scenari problematici sui bandi pubblicati da domani. Replicando quasi esattamente quanto accaduto tre anni fa con la pubblicazione del nuovo Codice degli appalti (Dlgs 50/2016). Anche in questo caso le modifiche (ben 81) apportate dal decreto 32/2019 vanno considerate già in vigore e per questo rischiano di mettere fuorigioco tutti i bandi pubblicati in Gazzetta da domani, che non hanno potuto tenere conto delle correzioni perché spediti magari giorni prima per la pubblicazione nelle Gazzette italiana ed europea.

Tra le regole previste nel provvedimento c’è una prima messa a punto delle norme del Codice sul subappalto, sulla progettazione semplificata per le manutenzioni, sul contenimento dei massimi ribassi in gara e sull'esclusione delle offerte anomale, sull'eliminazione del sorteggio per individuare le imprese da invitare in gara. Inoltre sono state inserite le norme per risarcire i cittadini che vivono a ridosso del cantiere per la demolizione e ricostruzione di ponte Morandi a Genova. Questi cittadini, al momento, erano esclusi dagli indennizzi. «Sono felice di aver mantenuto le promesse fatte cinque mesi fa ai genovesi che abitano nelle immediate vicinanze del Ponte Morandi e che ogni giorno subiscono danni e disagi a causa dei lavori del maxi-cantiere. Grazie alla norma che ho fortemente voluto - inserita nel decreto "Sblocca cantieri" e pubblicata in Gazzetta Ufficiale ieri sera - ora il commissario Bucci ha tutti gli strumenti per indennizzarli", afferma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Simone Valente (M5s). Nella norma sono stati individuati i criteri per definire le modalità "per la concessione di forme di ristoro ai danni subiti dai cittadini residenti nelle zone interessate dalle attività di cantiere" che riguarderanno circa 300 famiglie», conclude Valente.

Il ministro Toninelli: farà ripartire numerose opere
«Con grande piacere vi annuncio che è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il decreto "Sblocca-cantieri": un provvedimento importante che farà ripartire innumerevoli opere piccole e grandi in giro per il Paese». Lo scrive su Facebook il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli.

Ugl: passo importante
«L'approvazione del decreto "Sblocca-cantieri" da parte del governo è un passo importante per far ripartire il sistema-Paese poiché sarà in grado di imprimere un'accelerazione per la realizzazione delle opere pubbliche. In tal senso, la semplificazione normativa favorirà gli investimenti nel rispetto delle tutele previste per i lavoratori, in tema di retribuzioni e di sicurezza nei luoghi di lavoro»: lo ha dichiarato in una nota Paolo Capone, segretario generale dell'Ugl, in merito all'approvazione del decreto "Sblocca-cantieri" da parte del Consiglio dei ministri tenutosi ieri. «Di fondamentale importanza avviare un "piano Marshall" di investimenti per sviluppare le nostre infrastrutture, mettere in sicurezza il territorio e rilanciare il tessuto imprenditoriale italiano».

Filca Cisl: rischio illegalità
La Filca Cisl dà invece un giudizio fortemente negativo sul decreto "Sblocca-cantieri", che definisce «uno sblocca illegalità», mentre i cantieri «resteranno chiusi». E chiede al governo di «rimediare a questo enorme sbaglio». «Il nostro giudizio sullo "Sblocca-cantieri" resta immutato, nel metodo e nel merito - sottolinea Franco Turri, segretario generale Filca-Cisl -. Siamo delusi e preoccupati da un testo che non solo non sbloccherà alcuna opera, ma che bloccherà invece quel percorso di legalità avviato faticosamente nel settore delle costruzioni, notoriamente terra di conquista della criminalità. Il governo ne prenda atto e cambi subito il provvedimento sblocca-illegalità». «Portare al 50% i lavori da subappaltare - spiega Turri - o innalzare la soglia massima per l'affidamento diretto dei lavori, sono due misure che non sbloccheranno un solo cantiere, ma che pongono invece un serio rischio di illegalità nel settore edile, perché favoriscono il riciclaggio del denaro sporco e le infiltrazioni delle organizzazioni criminali nel sistema degli appalti. Il ricorso al subappalto a catena, per esempio, ha come effetto una riduzione della spesa per realizzare l'opera, pregiudica la concorrenza leale tra le imprese, abbassa la qualità del lavoro, si pensi a strade o ponti, costringe gli imprenditori ad abbassare le retribuzioni degli addetti, favorisce l'evasione fiscale e contributiva, fa aumentare i rischi di infortuni per i lavoratori, per il risparmio delle risorse destinate alla sicurezza». E insiste: «Davvero non si comprende il motivo per cui questo governo non ha tenuto in minimo conto le osservazioni nostre e della Cisl nazionale, evitando addirittura di consegnare alle parti sociali il testo definitivo del provvedimento. Un atteggiamento che stigmatizziamo perché calpesta le più elementari regole di relazioni sociali e non fa il bene del Paese. Il nostro giudizio sul decreto quindi resta fortemente negativo nel metodo e nel merito, e dopo lo sciopero del 15 marzo scorso, con 20mila persone in piazza del Popolo, siamo pronti a nuove mobilitazioni per affermare la legalità nelle costruzioni e per chiedere misure per una vera ripresa del settore». Il decreto, conclude il segretario generale della Filca, «dunque non sblocca i cantieri, non dà lavoro alle persone, non rimette in moto l'economia, non salva le imprese, grandi o piccole che siano. E invece solo il rilancio delle costruzioni, come è noto, è in grado di rimettere in moto l'intera economia, oggi in recessione. Il governo rimedi a questo enorme sbaglio».

Cgil: autentico sblocca-porcate
«Anche per le aree del terremoto il decreto "Sblocca-cantieri" si rivela in tutta la sua luce, quella di uno autentico sblocca-porcate, che non solo non darà una accelerazione alla ricostruzione ma la renderà più selvaggia e meno trasparente»: è quanto denuncia Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil. Più selvaggia per «l'effetto combinato di un insieme di fattori: il ritorno al massimo ribasso, il ritorno in capo ai comuni non capoluogo della possibilità di mettere in gara lavori sopra soglia senza passare da soggetti aggregatori (Unione dei Comuni, Regione eccetera), la liberalizzazione degli interventi in area sismica di minor rilevanza, il silenzio assenso per le autorizzazioni ambientali e paesaggistiche».
Non ci sarà una accelerazione nei tempi della ricostruzione «a causa dell'ampliamento dei casi in cui si potrà ricorrere al massimo ribasso, con i Comuni che potrebbero sostituirsi per l'erogazione del contributo agli Uffici Speciali per la Ricostruzione (e quindi rendere molto più incerti anche i controlli che subordinano i contributi al lavoro regolare e sicuro), con il superamento di fatto del tetto agli incarichi professionali».

Uil: è un semplice bluff
«Il decreto che sblocca i cantieri e che dovrebbe far ripartire le opere si rivela un semplice bluff da parte del governo che lo utilizza, invece, per colpire e disarticolare il Codice degli appalti. Nel decreto non vi è nessuna norma di accelerazione per l'utilizzazione degli investimenti, in quanto nessuna modifica è stata fatta per limitare i tempi dei processi autorizzativi e burocratici (Cipe, Consiglio superiore del lavori pubblici, valutazione di impatto ambientale eccetera)». Così in una nota Tiziana Bocchi, segretaria confederale Uil.

«Le modifiche al Codice, dal punto di vista della tempistica, non avranno nessun impatto immediato sulle opere bloccate, in quanto interesseranno esclusivamente i nuovi bandi di gara i cui effetti ci saranno, nella migliore delle ipotesi, tra quattro/ cinque anni, ma ancor peggio è che ancora, dopo una discussione di mesi, non esiste un elenco di opere per una effettiva ed immediata cantierizzazione dei lavori - aggiunge Bocchi - Lo sblocca cantieri, per come concepito, non è altro che lo strumento per smantellare il Codice dei contratti negli aspetti più essenziali, che sono la prevenzione e il contrasto alla corruzione e penetrazione delle mafie nel sistema degli appalti pubblici; l'applicazione del principio di concorrenza e trasparenza; la tutela dei diritti dei lavoratori. Nei fatti si ritorna al criterio del massimo ribasso fino alla soglia di 5.500.000 euro; si accrescono i livelli di discrezionalità aumentando le soglie per l'affidamento diretto e allargando le procedure negoziate senza bando di gara; si aggira la norma del limite del subappalto ed i possibili controlli antimafia, facilitando l'assegnazione dei lavori ai cosiddetti consorzi stabili; si evita anche l'obbligatorietà della terna in fase di gara, persino nelle categorie di lavori più esposte ad infiltrazione mafiosa; si riporta la direzione dei lavori sotto l'ombrello del Contraente Generale compromettendo la trasparenza delle prestazioni essendo contemporaneamente controllore e controllato; di fatto si smantella il ruolo e la funzione dell'Autorità Anticorruzione; non si interviene efficacemente per la riduzione e qualificazione delle stazioni appaltanti. La Uil esprime dissenso e preoccupazione per un Paese che rimane bloccato nello sviluppo e nella crescita, con il solo risultato di facilitare la corruzione, l'illegalità e lo sfruttamento dei lavoratori. La Uil, oltre ad essere contraria al provvedimento adottato, lo contrasterà in tutte le sedi opportune».




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