mercoledì 19 luglio 2017
Il capo dello Stato, davanti al Csm, ha ricordato le qualità professionali e umane del giudice. Lucia Borsellino: emerse anomalie riconducibili a uomini delle istituzioni
Mattarella: Borsellino magistrato esemplare. La figlia del giudice: ora la verità
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"Nell'attività professionale di Paolo Borsellino colpisce non soltanto l'altissimo livello di professionalità, ma anche il suo spirito di abnegazione, che si rinviene nel suo modo di 'viver" il ruolo di magistrato". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del plenum del Csm, riunitosi per commemorare l'uccisione del magistrato e della sua scorta. "Il percorso professionale di Borsellino -ha proseguito il Capo dello Stato- è lo specchio del suo modo di essere. La naturale disposizione ad ascoltare, fondata su un reale rispetto dell'interlocutore, l'innata inclinazione a motivare i suoi collaboratori, l'indiscussa capacità di consigliare, il rigore morale sono qualità che, prima ancora di caratterizzare il suo impegno professionale, ne hanno distinto il profilo umano". Per questo "ricordare Paolo Borsellino vuol dire far memoria di come egli visse, interpretò e svolse il suo ruolo di magistrato, costantemente impegnato nella sua terra d'origine per l'affermazione della egalità, con rigore e con determinazione, sempre con noncuranza riguardo alla visibilità per l'attività svolta".


Ma durante il plenum è intervenuta anche una delle figlie del magistrato ucciso. "Chiedo che a fronte delle anomalie emerse riconducibili verosimilmente a comportamenti di uomini delle Istituzioni si intraprendano iniziative per fare luce e chiarezza su quanto accaduto nelle indagini che precedettero i procedimenti Borsellino uno e Borsellino bis", ha detto Lucia Borsellino nel corso del plenum del Csm in cui sono stati desecretati gli atti del fascicolo personale del padre. "Si chieda conto - ha detto alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella - di comportamenti anomali; mio padre con estrema solerzia dovette giustificarsi sotto la minaccia di un procedimento disciplinare per dichiarazioni in cui denunciava lo smantellamento del pool antimafia". Tutti, ha aggiunto Lucia Borsellino, "devono fare i conti con la propria coscienza". La figlia del giudice ha ribadito la "massima fiducia nelle istituzioni" e sottolineato che "è necessario dare significato a quei sacrifici; è questo il modo migliore per commemorare i
caduti di quella tristissima stagione della nostra Repubblica".

Mattarella ha inoltre ricordato "l'enorme lavoro dedicato all'istruzione formale del complesso procedimento che culmina nel 'maxi-processò", che portò Borsellino a sperimentare "con successo, insieme a Giovanni Falcone e ad altri valorosi colleghi, metodi investigativi nuovi e più efficaci, attraverso la condivisione delle informazioni tra i magistrati e con maggiore attenzione verso il potere economico delle cosche, il settore degli appalti e quello dei movimenti bancari". "Attraverso questo nuovo metodo, fondato sulla condivisione delle informazioni, sul lavoro di gruppo, sulla specializzazione dei ruoli, l'ufficio istruzione di Palermo raggiunge, in quel tempo, risultati processuali di rilievo inedito, resi possibili grazie alla capacità di valorizzare i criteri dell'efficienza e del coordinamento. E in questo contesto, le esperienze di Paolo Bor ellino come giudice civile e penale, giudicante e requirente, si sono rivelate un punto di forza, imprimendo alla sua attività istruttoria una connotazione di particolare solidità probatoria". "Anche quando emersero profonde divergenze di vedute all'interno dell'ufficio istruzione di Palermo, non più diretto da Antonino Caponnetto, Paolo Borsellino -pur non facendone più parte- si adoperò, con grande impegno, per evitare -ha sottolineato ancora il Capo dello Stato- che si lacerasse l'ufficio, per non disperdere il patrimonio di conoscenze e di esperienze che era maturato nel gruppo di magistrati che avevano dato vita al pool antimafia".

"Il metodo di lavoro -ha poi sottolineato il Capo dello Stato- era per Borsellino un patrimonio prezioso perché basato sulla collaborazione fra un gruppo di colleghi affiatati, in grado di condividere conoscenze e prassi attraverso una costante e reciproca verifica degli orientamenti, al fine di arrivare all'adozione congiunta dei provvedimenti iù rilevanti". "Questo patrimonio di esperienze si è poi tradotto in prassi diffuse e in nuove normative che hanno consentito di far assumere alla lotta alla mafia i connotati della concretezza, incisività ed efficacia, oggi riconosciuti in tutto il mondo". "Ma è bene ricordare che negli anni '80 questo metodo rappresentava l'innovazione più significativa nell'esperienza giudiziaria, cui occorre ancora guardare -ha concluso Mattarella- per trarre spunto e ispirazione nella direzione di un impegno unitario dell'azione giudiziaria".

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