mercoledì 25 aprile 2018
Il capo dello Stato prima al monumento del Milite ignoto a Roma poi al sacrario della brigata Maiella a Chieti. Corteo dell'Anpi a Roma
Mattarella: la vita democratica d'Italia ha la radice nella Resistenza
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"Non era, quella fascista, la Patria che aveva meritato il sacrificio eroico di tanti soldati italiani. La Patria, che rinasceva dalle ceneri della guerra, si ricollegava direttamente al Risorgimento, ai suoi ideali di libertà, umanità, civiltà e fratellanza".

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sceglie l'Abruzzo per lanciare forte il suo monito in occasione del 73esimo anniversario della Liberazione. Da Casoli il Capo dello Stato mette in luce come la vita democratica dell'Italia, dopo il ventennio di dittatura, abbia "le sue radici nella Resistenza".

In precedenza Mattarella si era recato al sacrario della brigata Maiella, a Taranta Peligna (Chieti) dove è stato accolto da due ali di folla festante. Una doppia tappa dove l'inquilino del Colle non ha mancato di sottolineare come: "Nella lotta al nazismo, la popolazione d'Abruzzo fu particolarmente esemplare. Pagando un tributo di sangue notevole che va adeguatamente ricordato, con riconoscenza e con ammirazione".

La giornata del capo dello Stato è iniziata però, come da tradizione, all'Altare della Patria insieme alle massime cariche dello stato. Il premier Paolo Gentiloni ha parlato di "giorno del riscatto dell'Italia" dove "è dovere di tutti ricordare chi ha combattuto per la nostra libertà contro gli orrori della dittatura". Il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha messo in luce come il significato del 25 aprile sia "ancora straordinariamente attuale". "E' una data che ha restituito la libertà al nostro Paese", ha aggiunto. Il titolare di Montecitorio, Roberto Fico, ha parlato della Resistenza come di un "punto di riferimento irrinunciabile nella vita democratica del Paese".

Tutti i leader politici, in luoghi e modalità diverse, hanno voluto rendere omaggio ai martiri della Resistenza. Il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, ha partecipato alla manifestazione dell'Anpi a Roma. "Senza memoria non c'è futuro", ha voluto ricordare. Giornata nella sua Firenze, invece, per Matteo Renzi. L'ex premier ha preferito tenersi lontano dalle baruffe politiche parlando di una "giornata di riflessione, di memoria e di festa. Senza polemiche". Il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, ha invece voluto mettere in luce come "73 anni fa donne e uomini di idee diverse sconfissero insieme la dittatura nazifascista e costruirono per l'Italia un futuro di pace e democrazia. Furono le madri e i padri della nostra Costituzione, faro di ogni nostra scelta politica".

Chi invece, prendendo spunto dalla Liberazione, non ha perso l'occasione per dare uno spunto politico al suo ricordo è il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. "L'insulto, l'odio, i veti, le preclusioni verso chi rappresenta un consenso democratico non sono nello spirito del 25 aprile", ha argomentato dal Friuli.

Il corteo dell'Anpi a Roma

Al grido "Ora e sempre resistenza" e con in testa lo striscione "I partigiani" si è svolto il corteo organizzato dall'Anpi a Roma per il 25 aprile. Partito da via Genocchi, alle spalle della sede della Regione Lazio, ha percorso le strade del quartiere della Garbatella fino a Porta San Paolo. In piazza sventolavano bandiere dell'Associazione nazionale dei partigiani e della pace che hanno aperto il corteo. Presente anche una delegazione della comunità palestinese di Roma e Lazio con bandiere palestinesi, kefiah e uno striscione "Gerusalemme città aperta. Pace e giustizia in Palestina". Alla manifestazione non ha partecipato, invece, la comunità ebraica (LEGGI QUI), che ha deciso di non aderire più al corteo quando la comunità palestinese ha annunciato di portare in piazza con i propri simboli.

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