"Presidente, avete fatto pace?". Al fianco di Emmanuel Macron, con lo sguardo ancora immerso nella visita alla casa in cui Leonardo da Vinci morì esattamente 500 anni fa, ad Amboise, Sergio Mattarella sorride: "Non ce n'è bisogno, i legami sono talmente forti, profondi, che non ce n'era bisogno". Macron suggella: "L'amicizia tra Francia e Italia è indistruttibile".
Mesi di gelo, il richiamo dell'ambasciatore di Francia a Roma, le battute e le incomprensioni, tutto fa parte ormai del passato. Come ha sottolineato Macron oggi davanti al Clos Lucé, il castello che Francesco I aveva assegnato a Leonardo, con vista sulla Loira, questo legame indissolubile "è molto più forte e profondo di quanto non lo sia tra di noi, al nostro livello". L'Eliseo ha voluto così sgomberare il campo da ogni possibile incomprensione o disaccordo, passato e futuro: "È un'amicizia a prova di qualsiasi cosa", ha fatto eco Mattarella.
Prima ancora di recarsi sulla tomba di Leonardo, il primo omaggio del presidente Mattarella era stato in mattinata alla cattedrale di Notre-Dame devastata dalle fiamme il 15 aprile scorso: "Sono qui per testimoniare l'amicizia tra Italia e Francia", ha detto arrivando sulla spianata con il ministro della Cultura, Alberto Bonisoli.
Al fianco della figlia Laura, il presidente - che era stato invitato personalmente da Macron con la telefonata del disgelo dopo la crisi diplomatica a febbraio - è stato più tardi ricevuto dal presidente francese sulla grande terrazza del castello di Amboise, dove era schierata la banda per eseguire gli inni e tutte le autorità locali, i rappresentanti culturali e della tradizione locale, guidati dal presidente della Regione Centre, François Bonneau. I due presidenti, fianco a fianco, hanno reso l'omaggio solenne a Leonardo. Uno sguardo al panorama sulla Loira, poi il raccoglimento nella cappella dove c'è - secondo le ricostruzioni - la tomba con i resti del genio del Rinascimento, che nel testamento chiese di essere sepolto proprio lì. Quindi la visita al castello di Amboise, guidata dal direttore Jean-Louis Sureau, che ne ha raccontato la storia, dai re di Francia a Napoleone fino a Orleans. Infine la breve passeggiata fino al Clos Lucé, dove negli ultimi tre anni lavorò il genio di Vinci. La sosta nella sua camera da letto, dove morì, poi fra le mille macchine, disegni e curiosità del suo laboratorio, ricostruito durante anni di studi e lavori.
Il capo dell'Eliseo è sulla stessa linea parlando di "legame indistruttibile". E rende omaggio prima a Leonardo, "il genio venuto a finire i suoi giorni in Francia su invito di un giovane re francese", poi ai "nostri due Paesi, che hanno saputo mettere insieme il meglio, l'intelligenza".
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