martedì 4 dicembre 2018
in un messaggio per i cento anni dell'Associazione stampa parlamentare, il Colle ribadisce la necessità di attuare i valori costituzionali. «Siete un presidio di libertà, critica e controllo»
Mattarella: difendere il pluralismo, valore democratico fondamentale
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«Il pluralismo informativo è un valore fondamentale per ogni democrazia, che va difeso e concretamente attuato e sostenuto». Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio in occasione del centenario dell'Associazione stampa parlamentare. Mattarella, dopo aver letto la storia e le regole statutarie della stampa parlamentare alla luce dei cambiamenti del mondo dell'informazione, sul tema della libertà di opinione ed espressione del pensiero ha voluto sottolineare che la Costituzione «non si limita a stabilire principi e valori», ma «chiede allo Stato di farsi parte attiva per il loro raggiungimento». Il Capo dello Stato, inviando un saluto all'associazione, ha poi ricordato come «in questo secolo di vita i giornalisti hanno accompagnato le vicende alterne del Parlamento italiano, contribuendo a scriverne di fatto la storia, attraverso la cronaca quotidiana degli avvenimenti». In particolare, «con la nascita della Repubblica, la Stampa parlamentare ha costituito un importante e necessario completamento della vita democratica, non soltanto nella preziosa opera di pubblicizzazione dei lavori delle Camere ma anche costituendo un presidio di libertà, di critica e di controllo, in perfetta linea con lo spirito e i valori della nostra Costituzione».

Tra stampa e istituzioni «distinzione di ruoli e rispetto»

Al termine del messaggio il Capo dello stato augura ai giornalisti parlamentari l'augurio di «continuare a raccontare, ogni giorno, con determinazione e obiettività, la vita delle Camere, le istituzioni dove si esercita pienamente la sovranità popolare, che sono al centro della nostra vita politica e democratica. E anche quello di proseguire a lavorare, nella sostanziale distinzione dei ruoli e nel necessario reciproco rispetto, in sinergia con le istituzioni e i parlamentari». Quello di oggi non è il primo richiamo recente del Colle all'esigenza di preservare il valore del pluralismo informativo. Pochi giorni fa, infatti, incontrando degli studenti, aveva parlato della sua esperienza di lettore di giornali, sottolineando l'importanza del fatto che esistano diverse voci e che ci si confronti con opinioni anche diverse dalle proprie.

Crimi: da storici attacchi pesanti al governo

Al convegno organizzato dall'Asp a Montecitorio, evento al quale il messaggio del Quirinale era diretto, c'è stato un panel di storici, le cui conclusioni non sono piaciute al sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'editoria, Vito Crimi. «Ero venuto con le migliori intenzioni, vado via con le peggiori», ha detto in una pausa dei lavori. «Ho sentito - spiega Crimi, riferendosi agli interventi della sessione dedicata agli storici - solo parole di accuse di illiberalità, accuse velate di fascismo al governo di cui faccio parte. Mi è sembrato molto chiaro, le parole erano pesanti». Interventi che hanno rafforzato Crimi (che, tra l'altro, vuole abolire l'ordine dei giornalisti) nella convinzione che «oggi i giornali fanno politica, l'hanno fatta, continuano a condizionare la politica. La dialettica con la politica è quella. Al netto delle offese che non mi appartengono, la libertà di espressione è un'altra cosa», conclude. Poi, intervenendo al convegno ribadisce: «Da parte del governo non c'è nessun attacco al pluralismo dell'informazione». Eventuali interventi dello Stato nel settore, rileva, devono avvenire «sul sistema e non sui singoli editori».

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