giovedì 19 aprile 2012
​Il Quirinale risponde con due lettere alle opposte missive di Giovanardi-Gasparri e Concia-Alfano. E chiarisce che la recente sentenza della Corte di Cassazione non interferisce con scelte che sono di competenza esclusiva del legislatore, riconoscendo che«che il divieto di contrarre matrimonio tra persone dello stesso sesso non comporta violazioni dei diritti fondamentali della persona».
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"Non pare" che "con il loro provvedimento i giudici della Cassazione abbiano voluto sostituirsi al legislatore o interferire sulle scelte che solo ad esso spettano". Così il Quirinale risponde a una lettera di Carlo Giovanardi e Maurizio Gasparri, che criticavano alcuni punti della sentenza 4184, con la quale la corte di Cassazione non si sarebbe "limitata ad affermare la non trascrivibilità di un matrimonio contratto all'estero da due cittadini dello stesso sesso, ma ha espresso anche opinioni personali su come il parlamento dovrebbe operare in futuro sulla materia".Il segretario generale del Quirinale, Donato Marra, per incarico del Presidente della Repubblica, scrive: "In più punti dell'articolata motivazione, la sentenza - richiamando le pronunce della Corte costituzionale e della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo - ha ribadito, per un verso, che il divieto di contrarre matrimonio tra persone dello stesso sesso non comporta violazioni dei diritti fondamentali della persona; per un altro che, in base alla Convenzione europea, gli Stati 'non hanno alcun obbligo ... di prevedere nel proprio ordinamento anche il matrimonio per coppie dello stesso sesso'; per un altro ancora che, in assenza di specifiche previsioni, tale matrimonio è in Italia inidoneo a produrre qualsiasi effetto giuridico".Quindi, dopo aver precisato che giudici della Cassazione non si sono sostituiti al legislatore, la lettera conclude: "Resta fermo il diritto di chiunque di criticare le affermazioni contenute nella sentenza e, tra queste, anche quelle relative al diritto della coppia omosessuale alla 'vita familiare', a 'vivere liberamente una condizione di coppia', a ottenere conseguentemente tutela giurisdizionale di specifiche situazioni attinenti ai relativi diritti fondamentali; affermazioni che, secondo alcuni, erano estranee all'oggetto del giudizio e secondo altri, invece, necessarie a spiegare le ragioni per le quali la questione sottoposta all'esame della Cassazione non veniva rimessa alla Corte costituzionale (con riferimento alla violazione degli artt. 2, 3 e 29 della Carta fondamentale)".Il segretario del Quirinale risponde anche a un'altra lettera, ricevuta dalla deputata Paola Concia e dalla parlamentare Ue Sonia Alfano, che si lamentavano per la missiva inviata da Gasparri e Giovanardi. In essa il Quirinale ribadisce che "come la pronuncia della Cassazione ha affermato in più punti, compete esclusivamente alla discrezionalità degli Stati prevedere o meno il matrimonio tra coppie omosessuali" e ricorda che "sono all'esame del Parlamento più proposte di legge in materia e ad esso spetta comunque dare puntuale regolamentazione alle situazioni che, nel loro complesso, attengono al diritto della coppia omosessuale di vivere liberamente la propria condizione".
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