martedì 12 novembre 2019
Il violento temporale che si è abbattuto stamani sulla città ha messo in ginocchio il centro storico. A rischio la zona dei Sassi, invasa da fiumi di fango
Matera sott'acqua, paura per i Sassi. Venezia, invasa la Basilica / Foto

Tant'acqua così, giurano i materani, non s'era mai vista. È bastata mezza mattinata di pioggia per mettere in ginocchio la capitale europea della cultura, che è tutt'ora sott'acqua. Impressionanti le vie del centro e, in particolare, la celebre zona dei Sassi, che è stata sommersa da fiumi d'acqua. È in atto la conta dei danni, che rischiano d'essere serissimi proprio per il patrimonio dell'Unesco.

Oggi in città le scuole, per fortuna, sono chiuse per ordinanza del sindaco Raffaello De Ruggieri firmata ieri a seguito dell'allerta arancione della Protezione civile della Regione Basilicata. È stato attivato un numero verde (800.262667) dalla Protezione civile comunale per raccogliere le richieste di intervento e le segnalazioni da parte dei cittadini. Il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, sta arrivando in città per un sopralluogo: «Verificheremo immediatamente se ci sono le condizioni per dichiarare lo stato di calamità naturale».

Maltempo anche in altre zone d'Italia. In particolare, si segnala la situazione critica di Venezia. L'acqua alta che ha allagato piazza San Marco ha invaso anche la Basilica, entrando nel Nartece: un evento raro, a dispetto invece della frequenza, peraltro in aumento, del fenomeno dell'acqua alta. Stando alla stessa procuratoria di San Marco, l'allagamento di oggi della Basilica ha solo cinque precedenti in tutta la sua storia, iniziata nel IX secolo con il doge Giustiniano Partecipazio che la eresse per custodire le spoglie di San Marco evangelista. Sei volte dunque in 1.200 anni, ma il dato allarmante è che di queste, tre si sono verificate negli ultimi 20 anni, l'ultima il 30 ottobre 2018, quando l'acqua invase alcune decine di metri quadri del millenario pavimento a mosaico marmoreo, di fronte all'altare della Madonna Nicopeia, e soprattutto inondò completamente il Battistero e la Cappella Zen arrivando ben 90 cm sopra il pavimento mosaicato del Nartece e bagnando i monumentali portoni in bronzo bizantini, le colonne, i marmi.

D'altra parte l'acqua alta da decenni è considerata un'emergenza tale da mettere a rischio la sopravvivenza della Serenissima: il fenomeno, in seguito all'effetto di eustatismo e subsidenza (ossia l'innalzamento medio del livello del mare e contemporaneamente il progressivo sprofondamento della città) è diventata un evento quasi quotidiano. Più di 250 volte all'anno l'acqua invade la piazza. Con 90 cm quasi due terzi della sua superficie è allagata, con 100 cm (in media 7 volte all'anno) la piazza e gli spazi circostanti sono quasi completamente sommersi. Fino a invadere l'intera Basilica, come successo, tra i vari episodi, nel '500, a metà dell'800 e nella drammatica alluvione del 1966. Un problema a cui dovrebbe porre rimedio, nelle speranze dei veneziani e del mondo intero, il Mose, composto da schiere di paratoie mobili a scomparsa poste alle cosiddette bocche di porto, nel cuore della laguna, i cui lavori iniziati nel 2003 si concluderanno, almeno secondo l'ultima previsione, nel 2021.

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