sabato 5 marzo 2011
Dramma nel Canale di Sicilia. Protagonista l'ennesima carretta del mare proveniente dalla Tunisia. Due migranti sono finiti in mare durante i soccorsi portati da un motopeschereccio e risultano ancora dispersi. 27 i giovani tratti in salvo, mentre si è dileguato lo scafista. Altri 34 tunisini sono riusciti a raggiungere oggi Lampedusa partendo dal porto di Zarsis.
- Cie di Lampedusa, parlano gli immigrati (video di Tv2000)
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Sono rimasti per quattro giorni in balia del mare in tempesta dopo essere partiti dal porto di Biserta, nell'estremo nord della Tunisia, inseguendo la speranza di un futuro migliore. Ma la loro fuga da un paese sconvolto dalla crisi e attraversato dalla voglia di democrazia è finita in tragedia.La "carretta" sulla quale viaggiavano in trenta ha cominciato a imbarcare acqua. Quando venerdì sera il motopesca mazarese "Nuova Alpaca" li ha avvistati a circa 40 miglia al largo delle coste trapanesi, tra Marsala e l'isola di Marettimo, stavano per affondare. "Hanno cominciato ad agitare le braccia e a chiedere aiuto - racconta il comandante del peschereccio, Aleandro Gancitano - non appena ci siamo avvicinati si sono precipitati verso di noi, facendo ondeggiare la loro barca. Quattro di loro, che erano a poppa, sono finiti in mare. Due siamo riusciti a recuperarli subito, gli altri due li abbiamo visti scomparire tra le onde".È la cronaca dell'ultimo dramma dell'immigrazione in scena nel Canale di Sicilia, inevitabile corollario degli sbarchi che in queste ultime settimane sono ripresi a ritmo sostenuto verso le coste siciliane in coincidenza con il vento impetuoso della rivoluzione che soffia sui paesi del Nord Africa.Il bilancio ufficiale è di due dispersi, anche se le speranze di trovare ancora in vita i due naufraghi, spiegano i soccorritori, sono praticamente nulle.All'appello, in realtà, manca un altro tunisino che faceva parte del gruppo dei superstiti: era lo scafista del barcone che non appena il "Nuovo Alpaca" è entrato nel porto di Mazara del Vallo, alle 2.30 di notte, si è lanciato in mare dileguandosi nell'oscurità con il "bottino" che aveva guadagnato per quel viaggio maledetto.I 27 sopravvissuti, tutti giovani tunisini, sono stati accompagnati nel Centro di accoglienza di Salina Grande (Trapani). Ai volontari delle organizzazioni umanitarie che li hanno assistiti hanno spiegato di essere fuggiti dal loro paese per motivi economici e di essere venuti in Europa per cercare un lavoro o per ricongiungersi con i familiari che si trovano inFrancia.Vicende analoghe a quelle raccontate da altri 34 migranti giunti stamani a Lampedusa e partiti dal porto di Zarsis, nella costa meridionale della Tunisia. Erano su un barcone che ha navigato per tre giorni nel mare in burrasca, prima di essere soccorsi dalle motovedette della Guardia Costiera quando mancavano ormai poche miglia per raggiungere l'isola. Anche loro sono stati trasferiti nel Centro di prima accoglienza di contrada Imbriacola, che attualmente ospita oltre 300 tunisini.
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