venerdì 16 dicembre 2016
Accusato di corruzione il capo del personale. Nuova bufera per il movimento: c'è chi chiede la sospensione del sindaco.
Caso Marra. Raggi chiede scusa e va avanti. Resa dei conti nel M5S
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Raffaele Marra capo del personale del Comune di Roma, è stato arrestato dai carabinieri per reato di corruzione. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal gip Tomaselli su richiesta della Procura della Capitale. L'arresto non è collegato all'indagine sulle nomine decise dal sindaco Virginia Raggi, tra le quali c'è anche quella dello stesso Marra, ma riguarderebbe invece un'operazione immobiliare.

La casa acquistata dall'immobiliarista Scarpellini.
La vicenda al centro dell'indagine risale a quando Marra era Dirigente in Campidoglio durante la giunta Alemanno e riguarda l'acquisto di una casa Enasarco nel quartiere di Prati Fiscali da parte della moglie di Marra. Una casa di oltre 150 metri quadri che, secondo l'accusa, sarebbe stata pagata con due assegni per un totale di 350mila euro provenienti da un conto dell'imprenditore Sergio Scarpellini, che corrompeva pubblici amministratori - attraverso beni immobiliari - per trarre benefici per le sue società.

Marra, nel giugno 2013, all'epoca Direttore del Dipartimento partecipazioni e controllo del Gruppo Roma Capitale, avrebbe comprato un appartamento Enasarco, con assegni tratti dal conto corrente dell'immobiliarista. Marra è tuttora residente in questo appartamento e qui è stato arrestato stamani. La moglie invece col resto della famiglia risiede a Malta dal 2015. Secondo l'accusa inoltre per l'acquisto della casa dal patrimonio Enasarco Marra avrebbe beneficiato delle agevolazioni riservate agli inquilini (fino al 40% di sconto) pur non essendo di fatto ancora residente nello stabile di proprietà Enasarco.

Il Gip: pericolosità sociale per Marra.
Può delinquere ancora, "ha una spiccata pericolosità sociale" anche "in considerazione del ruolo rivestito nel Comune di Roma e dell'indubbia fiducia di cui gode da parte del sindaco Virginia Raggi". Il Gip Maria Paola Tomaselli è netta nell'ordinanza di custodia cautelare, 17 pagine, a tracciare le accuse che hanno portato in carcere Raffaele Marra e Sergio Scarellini, legati da un rapporto viziato in cui il primo agiva in spregio "alla funzione pubblica svolta con una totale assenza di scrupoli nel porla al servizio del proprio e dell'altrui privato interesse".

Il sindaco Raggi: ho sbagliato a fidarmi di lui.
Il sindaco Virginia Raggi minimizza e scarica il suo collaboratore di fiducia: Raffaele Marra dice "è solo uno dei 23.000 dipendenti capitolini". E replicando indirettamente ai media che lo indicano come il suo braccio destro, la sindaca di Roma si appella al popolo: "Il mio braccio destro sono i cittadini romani". Conclusione: "L'amministrazione va avanti". Incontrando la stampa e si presenta come paladina della legalità. Marra è stato il suo vice capo di gabinetto, ma la sindaca adesso assicura: "Faremo tutto quanto nella nostra possibilità e per quanto di nostra competenza per fare luce e collaborando pienamente con la magistratura a partire dalle nomine. "Era già un dirigente della amministrazione di Roma. Noi ci siamo fidati di lui e probabilmente abbiamo sbagliato. Di questo mi dispiace per i cittadini romani, per il Movimento 5 Stelle e per Beppe Grillo". Un "probabile" errore, del quale però - è la stessa Raggi a dirlo in conferenza stampa - c'erano avvisaglie fin da tre anni fa. "Già nel 2013 uno dei primi atti che abbiamo presentato con gli altri consiglieri del M5S è una mozione sugli affitti d'oro di Sergio Scarpellini, questo ha consentito di far risparmiare milioni di euro ai cittadini romani", ha rivendicato la Raggi. Le dichiarazioni della sindaca finiscono integralmente sul blog di Beppe Grillo.

Quattro ore di vertice: resa dei conti nel movimento.
Bocche cucite e volti scuri. Quattro ore di riunione all'hotel Forum per i big del movimento chiamati a raccolta da Beppe Grillo per cercare si elaborare una strategia dopo l'ennesima grana piombata sulla giunta Raggi. Il caos del Campidoglio ha di fatto aperto un baratro nelle guerre intestine che in qualche modo la vittoria al referendum sembrava aver attenuato. I falchi, guidati da Fico, vorrebbero la sospensione per Raggi: "le scuse non bastano". E lo stesso Grillo avrebbe detto ai suoi che il discorso fatto dal sindaco è stato sufficiente. Nel caso in cui la magistratura iniziasse ad indagare su atti compiuti da Marra negli ultimi sei mesi e Virginia Raggi dovesse finire nel registro degli indagati, è il ragionamento di molti, dovrebbe lasciare subito la guida della città. In difficoltà Luigi Di Maio, che da sempre sostiene Raggi. Ma una decisione finale per il momento non è stata presa.

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