lunedì 6 settembre 2010
Giornata di fitti incontri per il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che culminerà stasera nel vertice con il leader della Lega Umberto Bossi. Dopo il discorso di Fini a Mirabello, la Lega spinge per elezioni immediate, più prudente Berlusconi che vorrebbe saggiare in Parlamento le reali intenzioni dei finiani.  

- Fini: «Il Pdl non c'è più. Nuovo patto di legislatura».
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Il giorno dopo Mirabello, l'offerta di Gianfranco Fini di un patto di legislatura sembra essere stata accolta con grande scetticismo nel Pdl e nella Lega. Il presidente della Camera è finito sotto il fuoco di fila della gran parte della maggioranza che è tornata a chiedergli di lasciare lo scranno di Montecitorio.Per decidere le contromosse, il premier Silvio Berlusconi in giornata ha visto il coordinatore nazionale del partito Denis Verdini, il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto e Nicolò Ghedini. Domani a palazzo Grazioli riunirà lo stato maggiore del Pdl. Ma prima, questa sera, riceverà ad Arcore Umberto Bossi.E proprio Bossi è tornato oggi ad accreditare l'ipotesi di voto anticipato. "Se Berlusconi dava retta a me e andava alle elezioni, Fini, Casini, la sinistra, tutti questi scomparivano...", ha commentato. Difficile ora fare accordi con Fini?, è stato chiesto al leader del Carroccio: "Mi pare di sì", ha ammesso. A spingere in questa direzione anche il ministro dell'Interno Roberto Maroni, secondo cui "è rinata An": «Se cade la maggioranza - ha detto da Torino -, si va al voto e il ministero degli Interni è pronto ad organizzare le elezioni in pochi giorni». Secondo Paolo Bonaiuti, invece, "bisognerà andare in Parlamento e verificare se c'è la maggioranza su quei cinque punti del programma che poi è quello in nome del quale sono stati eletti". E sembra questa anche l'intenzione di Berlusconi.Dal Pdl sono arrivate oggi soprattutto richieste a Fini di farsi da parte. "Si pone il tema della compatibilità tra le sue azioni politiche di questi mesi e la sua permanenza alla presidenza della Camera", ha detto Daniele Capezzone. "Fra i due ruoli c'è una contraddizione evidente della quale egli stesso si deve far carico", ha insistito anche Fabrizio Cicchitto.Ma i 'finianì sono tornati a respingere la richiesta. "Arrivano con dieci anni di ritardo", ha sottolineato Italo Bocchino, "perchè nel 2001 votarono e votammo Casini, che era leader di partito, allo scranno più alto di Montecitorio". Per il centrosinistra, quello di Fini è stato l'affondo finale al governo."Io penso che il discorso di Fini abbia certificato la fine della maggioranza e la fine di 15 anni di berlusconismo", ha detto il vicesegretario del Pd Enrico Letta,"la richiesta che facciamo, dopo il discorso di ieri, è che Berlusconi si dimetta formalmente". "Adesso che si sono chiariti i rapporti tra Berlusconi e Fini mi auguro che questo governo inizi finalmente a lavorare, a governare, se è in grado di farlo, e se non lo è si dimetta", ha detto dal canto suo Pier Ferdinando Casini. Antonio Di Pietro ha chiesto a Fini di dimostrare "coerenza". Dunque, ha aggiunto il leader dell'Idv, faccia "seguire alle parole i fatti e sfiduciando Berlusconi. Diversamente potremmo definirlo un comune quaquaraquà".
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