martedì 17 marzo 2015
A Roma tornano gli sconti per la tassa sui rifiuti. Dopo aver triplicato le tariffe il Campidoglio corregge il tiro: torna la riduzione per le scuole calcolata in base alle rette versate dalle famiglie.
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Il Campidoglio fa marcia indietro sulla cancellazione delle esenzioni dalla tassa dei rifiuti alle scuole paritarie. Dal prossimo anno lo sconto ritorna, stavolta calcolato in base alle rette versate dalle famiglie: più sono basse, maggiore è la riduzione della tariffa. La maggioranza corregge dunque il provvedimento, che avrebbe addirittura triplicato la Ta.Ri. costringendo molte scuole - non solo cattoliche - ad aumentare le rette o a chiudere. Uno scenario che avrebbe creato enormi difficoltà per le famiglie di 80 mila bambini e ragazzi e cancellato migliaia di posti di lavoro delle 607 scuole interessate. L’emendamento alla delibera propedeutica di bilancio 2015 sulla Ta.Ri., approvato in Giunta venerdì scorso, è stato presentato ieri dai capigruppo Fabrizio Panecaldo del Pd, Luca Giansanti di Lista civica per Marino, Massimo Caprari del Centro democratico. «Abbiamo lavorato assieme al consigliere di opposizione Gigi De Palo – riconoscono gli esponenti del centrosinistra – a questo provvedimento che per il Comune valeva 9 milioni di euro». È Panecaldo a spiegare la nuova filosofia: «Prevede un rapporto inversamente proporzionale tra la retta e l’esenzione fiscale: maggiore è la retta pagata, minori sono le esenzioni Ta.Ri. che gli istituti ricevono. Una volta applicati gli sgravi fiscali – spiega il consigliere del Pd – agli istituti resta da pagare un corrispettivo compreso tra il 33,7% e il 79,3% dell’intero importo della Tari». «Riconoscere questi sgravi fiscali anche per le paritarie è una decisione di equità e buonsenso - sottolinea Giansanti - che sanerà un’ingiusta disparità di trattamento con le scuole statali». «Devo ringraziare i capigruppo Panecaldo, Giansanti e Caprari per la correttezza e per il lavoro fatto insieme», dice De Palo, ex assessore alla scuola e alla famiglia, oggi capogruppo della Lista Civica CittadiniXRoma. «Grazie a questo provvedimento – spiega – non saranno costrette a chiudere tutte quelle scuole che, concretizzando il principio della sussidiarietà, svolgono un servizio pubblico paritario. Non solo quelle cattoliche, ma anche quelle ebraiche. Quando c’è di mezzo il Bene Comune - conclude De Palo - non ci sono maggioranze che tengano. Su questi temi si può vincere con una strategia mirata, allargando la partecipazione, confrontandosi senza isterismi. Un’altra vittoria, dopo quella dei passeggini sulla cancellazione della gratuità per il terzo figlio agli asili nido». Soddisfatto don Filippo Morlacchi, responsabile dell’Ufficio scuola del Vicariato: «Il nuovo criterio progressivo mi sembra corretto. Le scuole che offrono un servizio a prezzi popolari non vengono penalizzate, con una Tari alla quota minima. Chi invece chiede alle famiglie rette elevata, avrà esenzioni ridotte. Ci sono istituti che seguono criteri di efficacia economica, altri che fanno sostanzialmente un servizio sociale. Quest’anno comunque le paritarie dovranno pagare la retta senza sconti». Plaude al ripensamento anche la Comunità ebraica di Roma. «Anche noi siamo assolutamente soddisfatti – dice l’assessore alle scuole Ruth Dureghello – perché era un’esigenza prima di tutto sociale, non una richiesta di parte. Scuole private, cattoliche ed ebraiche svolgono tutte un servizio pubblico. È stata una decisione che va incontro alle famiglie che vivono a Roma: credo che non ci sia bisogno di dire altro».
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