mercoledì 27 marzo 2013

​Il presidente del Consiglio ha riferito alla Camera, tra dure contestazioni, sul caso dei due fucilieri. Polemica con il ministro degli Esteri dimissionario: «Terzi? Ha altri fini, che presto saranno evidenti». Con l'india «nessuno scambio». Al Professore l'"interim" alla Farnesina
Il governo cerca un'exit strategy (Vincenzo R. Spagnolo)
Marò, nuovo caso per la Germania

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«Questo governo non vede l'ora di venire sollevato dall'incarico»: si colora da psicodramma la relazione di Mario Monti alla Camera, dopo le dimissioni del ministro Terzi di Santagata. Il Professore ha riferito nel primo pomeriggio alla Camera sul caso Marò e contestazioni e urla (dagli scranni eloquentemente semivuoti del Pdl) hanno interrotto più volte il presidente del Consiglio e - da oggi - ministro ad interim degli Affari esteri, al posto del suo incaricato, dimessosi ieri (complicando ulteriormente gli ultimi giorni di vita del governo). Mario Monti si è assunto la responsabilità del ritorno in India dei due marò («Esistevano oggettivi che l'Italia si ritrovasse isolata sul piano internazionale»), ha assicurato che non ci sono stati «scambi o accordi riservati» con New Delhi, ha informato di aver personalmente preso in mano in dossier, è si è detto "stupefatto" dalle modalità delle dimissioni del ministro degli Esteri, Giulio Terzi. "Stupefatto - ha aggiunto - per ciò che il ministro ha fatto e per ciò che il ministro non ha fatto», riferendosi alla circostanza che Terzi ha reso note le sue dimissioni direttamente alla Camera senza alcuna informazione preventiva né al capo dello Stato né al presidente del Consiglio. Una rottura traumatica, per il governo uscente e la compagine di tecnici voluti da Monti. Che non nasconde le sue riserve sull'ex ministro e su suoi eventuali riposizionamenti: «Penso che con queste dimissioni voglia conseguire altri risultati che diventeranno, forse presto, visibili».Nettamente cirtico il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta: «La sua relazione è stata per metà grigia risposta burocratica e per l'altra metà uno scarica barile inaccettabile -ha detto rivolto al premier -. Il suo governo è stato un fallimento e la vicenda marò ne è l'emblema. Lei ha basato tutta la sua azione politica sull'azzardo morale, sulla doppiezza morale», in un «sobrio delirio di onnipotenza» e solo per perseguire «obiettivi personali». Non meno dura la reazione del Movimento 5 Stelle: «Le teatrali dimissioni del ministro Terzi dimostrano l'inadeguatezza totale del governo che lei presiede, fallimentare dal punto di vista sociale, economico, politico perchè avete messo in ginocchio gli italiani creando gli esodati», ha detto in Aula Manlio Di Stefano. Appoggio a Monti dal Pd: «Il ministro Terzi con il suo comportamento grave ha offeso il Parlamento e il governo - ha detto il vice segretario Enrico Letta - Un comportamento scorretto nei confronti del governo, sleale nei riguardi del ministro della Difesa, irrispettoso nei confronti di Napolitano e strumentale verso i due marò e le loro famiglie».L'interim. Il Presidente del consiglio e ministro degli Affari esteri ad interim, Mario Monti, si è insediato questa mattina alla Farnesina. All'indomani delle dimissioni di Giulio Terzi da ministro degli Esteri in polemica con le scelte compiute sul caso marò, il governo prova a riorganizzarsi e ad aggiornare la linea per risolvere la spinosa questione che contrappone Italia e India. Il premier Mario Monti, che ha assunto l'interim alla guida della diplomazia, si è insediato alla Farnesina e nel pomeriggio riferirà prima alla Camera e poi al Senato, dando la sua versione sulla decisione di rimandare i due fucilieri in India e illustrando i prossimi passi diplomatici.Stamane il sottosegretario agli Esteri, Staffan De Mistura, che aveva riaccompagnato Salvatore Girone e Massimiliano Latorre a New Delhi rientrando martedì sera a Roma, è rimasto l'intera mattinata a Palazzo Chigi. L'ex funzionario Onu, promosso a viceministro al pari di Marta Dassù, ha riferito sugli incontri avuti con il governo indiano.​​
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