mercoledì 12 dicembre 2018
Per il commissario europeo agli Affari economici si va «nella giusta direzione, ma vanno fatti passi avanti da entrambe le parti». Tria a Bruxelles per scongiurare procedura d'infrazione
Moscovici all'Italia: Deficit al 2,04%, ancora non basta
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Non ci siamo, ma si è sulla buona strada. Il giudizio del commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici non è una chiusura totale allo sforzo che il nostro Paese sta facendo per correggere la manovra abbassando il deficit, ma certo vuole tenere il punto sulla posizione europea di non concedere sconti all'esecutivo di Giuseppe Conte. E smorza anche la possibilità che alla Francia, il cui deficit al 3% è stato accettato, si sia concesso un trattamento privilegiato. Il deficit italiano sceso allo 2,04% insomma, per l'Europa, «è un passo nella giusta direzione, ma ancora non ci siamo, ci sono ancora dei passi da fare, forse da entrambe le parti». E sulle scelte del governo di Macron di allentare al 3% il debito pubblico per trovare 10 miliardi necessari per placare le tensioni interne, Moscovici precisa: «Penso che ciò che è desiderabile, in realtà, è che questo superamento sia il più limitato possibile». Oggi il ministro del Tesoro Giovanni Tria tornerà a Bruxelles per proseguire il negoziato.

Sul confronto con l'Europa è intervenuto anche il vice presidente della Commissione Ue Frans Timmermans, assicurando che il dialogo con l'Italia è «costruttivo e va avanti», «speriamo di trovare una soluzione». Secondo Timmermans inoltre, non ci sono differenze di trattamento tra Italia e Francia da parte dell'esecutivo Ue: «No, vi do anche la mia rassicurazione personale - ha detto - che valutiamo le situazioni dei paesi membri nella stessa maniera. Valuteremo la situazione della Francia quando questo sarà chiarito».

«La disponibilità a raggiungere un compromesso è un segnale positivo per l'Europa e la stabilità», commenta poi il leader del PPE e candidato alla presidenza della Commissione Ue Manfred Weber sulla manovra italiana. «Tutte le discussioni sono positive e funziona se parliamo tra di noi, questo è lo spirito del compromesso» poi «dobbiamo vedere quale sarà l'esito».

Arrivando al consiglio europeo, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha espresso soddisfazione per «la proposta
che ho lasciato sul tavolo» della Commissione europea, «lavoriamo negli interessi degli italiani». Noi, aggiunge, «non voltiamo le spalle agli italiani».

La situazione italiana

Da 2,4 a 2,04: la svolta nella manovra italiana sta nell'aggiunta di un semplice zero a un numero che, in Europa, era considerato inaccettabile. L'offerta del premier Giuseppe Conte è arriva sul tavolo Ue poche ore prima l'arrivo del capo del governo a Bruxelles per l'incontro con Jean Claude Juncker. Un incontro, quello di martedì scorso, al quale Conte è andato con un duplice obiettivo: evitare una procedura d'infrazione che sarebbe una mannaia fatale per la tenuta del governo giallo-verde e mantenere invariate, nelle platee, negli importi e nei tempi, reddito di cittadinanza e quota 100.

Il passaggio al 2,04 è cruciale ma non ancora decisivo per l'Europa. «Ci sono buoni progressi», fanno trapelare fonti Ue dal Palais Berlaymont poco dopo l'incontro Conte-Juncker. Ma la trattativa non è certo chiusa. La proposta del governo italiano, infatti, arriva troppo tardi perché l'Ue possa esprimersi in maniera compiuta. La proposta italiana, insomma, è «under evaluation» e solo nei prossimi giorni il lavoro tecnico sul documento portato dal premier potrebbe dare il risultato definitivo. Un lavoro che potrebbe concentrarsi, tra l'altro, su quel deficit strutturale sul quale continuano a concentrarsi molte delle preoccupazioni di Bruxelles.

Per Conte la partita è doppia: da un lato l'Ue, dall'altro Luigi Di Maio e Matteo Salvini, fermi nella loro posizione di non intaccare le loro misure «bandiera». E, in fondo, Conte parla anche ai due vicepremier - prima di vederli in serata a Palazzo Chigi mercoledì sera - quando si presenta ai cronisti annunciando l'atteso numero del 2,04. «Non tradiamo la fiducia degli italiani, reddito di cittadinanza e quota 100 restano invariati e partiranno nei tempi previsti», assicura il premier che, rivolgendosi questa volta ai «falchi» dell'Ue, sottolinea: «il deficit strutturale calerà e la crescita sarà superiore alle attesa.»

Ma come si arriva a un taglio da quasi 7 miliardi rispetto all'impianto iniziale? Conte, davanti alle telecamere, non fornisce molti dettagli. Spiega che le relazioni tecniche arrivate su reddito di cittadinanza e quota 100 indicano una minore spesa rispetto alle «prudenti» stime iniziali e annuncia di aver «aggiunto qualcosa sul piano delle dismissioni».

La sensazione, tuttavia, è che il 2,04 sia il frutto del lavoro dell'ala moderata del governo, interpretata oggi a Bruxelles anche da Tria. E il titolare del Mef, dicendosi soddisfatto, non risparmia una puntura a Salvini che in mattinata si diceva «stufo» del diverso atteggiamento in Ue nei confronti di Italia e Francia. «Non ci sono due pesi e due misure», spiega infatti Tria. Mentre Conte, prima di rientrare a Roma, sottolinea il senso politico del lavoro negoziale fatto finora: «Siamo stati onesti con i cittadini sulle promesse elettorali e responsabili con l'Ue».

Una responsabilità che, nel pranzo in mattinata al Colle di mercoledì, di fatto chiede al premier anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, definendo rischiosa per l'economia italiana una procedura d'infrazione e osservando come, alcuni meccanismi di riforma del bilancio Ue, potrebbero danneggiare in futuro l'Italia. Intanto, la mossa di Conte sortisce subito un effetto sui mercati, che vedono lo spread chiudere la giornata in netto calo a 272, livello minimo da inizio ottobre. Ma la partita è ancora tutta aperta: toccherà da un lato all'Ue e dall'altro a M5S-Lega terminarla in un senso o nell'altro.

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