mercoledì 30 giugno 2010
Ai governatori sarebbe data flessibilità nel decidere dove incidere, a parità però di saldi globali Berlusconi: «L’entità è quella». Fra le 11 proposte del relatore anche lo scalone per le pensioni delle dipendenti pubbliche.
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Non si placa il "balletto" sul braccio di ferro instaurato dalle Regioni con il governo per modificare la manovra. Ad aprire un nuovo spiraglio è intervenuto ieri sera Umberto Bossi: annunciando che di lì a poco avrebbe visto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, il titolare delle Riforme ha detto ai giornalisti «vediamo di convincerlo un po’, c’è spazio per delle modifiche». Questo dopo che però l’altra notte, dal Brasile, Silvio Berlusconi aveva voluto chiarire il senso delle sue frasi di qualche ora prima, specificando che «la manovra è delineata e non si tocca: è quella e basta». Perché il punto resta quello di mettere un freno a spese delle Regioni che «fanno venire i brividi: il modo di risparmiare c’è».Ieri sera, in commissione Bilancio del Senato, il relatore Antonio Azzollini (che è anche il presidente) ha consegnato i suoi 11 emendamenti al maxi-decreto. All’interno c’è una norma che, a parità di tagli (4 miliardi nel 2011 e 4,5 dal 2012), introduce una flessibilità dando alla Conferenza Stato-Regioni la facoltà di stabilirne «criteri e modalità». Le proposte del relatore contengono poi maggiori dettagli sull’aumento a 65 anni dal 2012 dell’età pensionabile per le donne dipendenti pubbliche.Non c’è, invece, l’annunciata marcia indietro sui criteri più alti per l’assegno d’invalidità, sulla quale pure si erano impegnati esponenti di spicco della maggioranza: in sostanza, la proposta di Azzollini continua a prevedere l’innalzamento della soglia minima di disabilità all’85%, con un ritorno al 74% solo per le patologie più gravi come la cecità monoculare, le malattie psichiatriche, il sordomutismo, le cardiopatie e le paresi. Una modifica che la relazione tecnica definisce «neutra» dal punto di vista dei saldi finanziari, ma che rischia di non esserlo sotto il profilo sociale.Il relatore della manovra ha poi fatto sapere che oggi potrebbe presentare altre «2-3 proposte». Non sarà toccato nel complesso il blocco degli stipendi pubblici, ma è prevista qualche concessione per le Forze armate; e anche «sulla scuola si sta facendo qualcosa», ha confermato Azzollini.Sul fronte più delicato dei tagli che peseranno per 14,8 miliardi nel biennio su Regioni ed enti locali, qualcosa di più si potrebbe sapere oggi, quando alle 13 Tremonti avrà un incontro a Palazzo Madama con i senatori del Pdl, mentre la Conferenza delle Regioni - assieme naturalmente a Comuni e Province - terrà un confronto con Confindustria e i sindacati  per rafforzare il pressing sul governo, in vista del probabile nuovo incontro cui lo stesso Berlusconi si è detto disposto al rientro in Italia (mentre ancora non ne è fissato uno con Tremonti, che per tutto ieri è rimasto al lavoro a via XX Settembre). Intanto accelera il dibattito fra i governatori sull’esigenza, al di là dell’impegno all’unità, di fissare una differenza fra amministrazioni virtuose e sprecone. Ad alimentare la tesi, cara alla Lega, di un premio ai "virtuosi" ha pensato il governatore del Veneto, Luca Zaia, che parlando a una riunione di sindaci della sua regione ha detto con chiarezza: «Vogliamo che la formula che verrà recepita nel maxi-emendamento del governo sia quella di premiare gli enti virtuosi, penalizzando quelli spreconi che in Italia sono molti». Una spaccatura rigettata però dal governatore della Toscana, Enrico Rossi, che in questa chiave ha letto anche la lettera inviata domenica a Tremonti dai presidenti di 5 regioni del Centro-Sud.
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