venerdì 16 ottobre 2015
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Che cosa c’entra con la "ripresa" dell’Italia che intraprende, che lavora e che produce un altro regalo all’Italia della "presa" da tenaglia dei signori (italiani, stranieri, multinazionali) di Azzardopoli? Nulla. E non si capisce perché il Governo Renzi debba intestarsi una simile manovra invece di avviare finalmente la bonifica delle nostre città, cittadine e financo dei borghi più sperduti dalla palude dannosissima e avviluppante delle sale scommesse e dei corner delle "macchinette". Un danno sicuro per giocatori attuali e futuri. Che grazie alle migliaia di nuovi punti azzardo potranno diventare molti di più. Altro che "moratoria per nuovi giochi" e "contenimento dei consumi" chiesto come uno dei quattro "impegni inderogabili" nel Manifesto delle associazioni che lottano contro l’azzardo e sostenuto da "Avvenire" e da tutti quelli che hanno occhi per vedere e intelligenza per reagire. Certo c’è anche l’aumento delle tasse sull’azzardo, scandalosamente basse, ma lo spirito è evidentemente solo quello di fare cassa. No, così proprio non ci siamo.
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