lunedì 27 maggio 2013
L​'ex vicepresidente del Csm ed ex ministro dell'interno in aula al processo sulla trattativa per falsa testimonianza: «Io la mafia l'ho combattuta». La trattativa? «Non c'è mai stata». I legali chiedono lo stralcio del processo. Il pm annuncia nuova aggravante. Udienza rinviata a venerdì.
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"Io ho combattuto la mafia e non posso stare insieme alla mafia in un processo. Chiederemo lo stralcio del processo. Che uno per falsa testimonianza debba stare in Corte d'assise non lo accetto". Lo ha detto l'ex vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, ex ministro dell'Interno ed ex presidente del Senato Nicola Mancino, conversando con i giornalisti al bunker di Palermo prima dell'inizio del processo per la trattativa Stato-mafia, in cui è imputato di false dichiarazioni al Pm. L'udienza è poi stata rinviata al prossimo venerdì 31 maggio. "Sono qui anche perchè chiedo giustizia. Speravo con la mia imputazione di non dovere arrivare in corte d'assise. Oggi ci sono, ma voglio uscirne. Io ho combattuto la mafia, e non accetto questa situazione, ma ci difenderemo nel processo", ha aggiunto Mancino, nell'aula bunker di Pagliarelli a Palermo.Gli imputati sono 10: ex politici come Marcello Dell'Utri e Nicola Mancino, ex ufficiali dell'Arma, come il generale Antonio Subranni, il pentito Giovanni Brusca, Massimo Ciancimino. Sono tutti accusati di violenza o minaccia a corpo politico dello Stato, tranne Mancino, che risponde di falsa testimonianza, e Ciancimino, imputato di concorso in associazione mafiosa e calunnia all'ex capo della polizia, Gianni De Gennaro.Nicola Mancino non vuole essere processato insieme ad altri mafiosi? "Questa è una posizione che già era stata espressa in sede di udienza preliminare e sulla quale credo che ci sia stata già una pronuncia sia pureprovvisoria. Ritengo che la difesa del senatore Mancino saprà svolgere egregiamente il suo compito proponendo quei temi che ritiene adeguati nell'interesse dell'assistito". Lo ha detto il procuratore di Palermo Francesco Messineo, rispondendo ai giornalisti riguardo le parole dell'ex ministro Nicola Mancino.

Il Procuratore aggiunto di Palermo Vittorio Teresi, all'inizio dell'udienza del processo per la trattativa tra Stato e mafia, ha preannunciato una nuova aggravante per l'imputato Nicola Mancino. Ma il Presidente della Corte d'appello, Alfredo Montalto lo ha bloccato, dicendo che non era ancora il momento per procedere alla contestazione. «Non siamo affatto preoccupati. Non esiste proprio il reato a carico del senatore Mancino, figuriamoci se esiste l'aggravante...". Così l'avvocato Massimo Krogh, uno dei legali dell'ex Presidente del Senato Nicola Mancino, imputato nel processo per la trattativa tra Stato e mafia, commenta la decisionedei pm di contestare all'imputato un'ulteriore aggravante al capo di imputazione, cosa che avverrà nell'udienza di venerdì.

"La trattativa? Non c'è stata proprio per niente". Così l'ex Presidente del Senato, Nicola Mancino a chi gli ha chiesto se c'è stata la trattativa tra Stato e boss, prima di lasciare il bunker del carcere Pagliarelli.​

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