giovedì 28 marzo 2013
Patrizia Moretti, la mamma del diciottenne ucciso nel 2005, ha sporto querela dopo che da giorni la sigla sindacale inscena proteste in difesa degli agenti coinvolti nella morte del giovane.
Aldrovandi, ancora lacrime. Quando muore il figlio di tutti di Giovanni Ruggiero
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L’eempio contro quelle che il ministro Cancellieri ha chiamato «mele marce» l’aveva dato il loro capo, il compianto Antonio Manganelli. Quattro anni fa chiese scusa alla madre di Federico Aldrovandi per come si comportarono gli agenti di polizia nelle cui mani il giovane finì prima di morire. Non è servito a molto se adesso la madre di quel ragazzo è pronta a denunciare addirittura per stalking quegli agenti del Coisp, sindacato assai minoritario tra le fila dei poliziotti, che si ostinano a manifestare proprio contro la mamma di Federico.«Non ci basta più la solidarietà e la vicinanza, è ora di cambiare le cose», Patrizia Moretti, la mamma di Aldrovandi, all’indomani del sit-in del Coisp andato in scena ieri mattina a Ferrara, sotto il Comune dove lavora la madre del ragazzo, morto a 18 anni nel 2005 durante un controllo della polizia.«Dobbiamo punire i poliziotti che sbagliano, ma anche premiare i tantissimi che ogni giorno fanno il loro dovere da veri servitori dello Stato. Bisogna lavorare perché le mele marce vadano via, ma la polizia è un corpo sano», ha insistito il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri annunciando, a proposito del Coisp, un ispezione per verificare eventuali responsabilità. Il sindacato ha rispedito «ai vari mittenti tutte le accuse ingiuste, infondate e strumentali rivolte ieri a gente che svolge il proprio lavoro e tiene fede al proprio ruolo», non prima di aver invocato le dimissioni della Cancellieri: «È ora che vada a casa». Il sindacato ha ribadito di non aver saputo che Patrizia Moretti lavorasse in Comune, e ha spiegato che con il presidio voleva sottolineare che i «colleghi condannati per colpa e solo per colpa non dovrebbero stare in carcere, considerato che è la stessa legge a stabilirlo». Una protesta, insomma, per la mancata concessione di pene alternative al carcere ai quattro condannati in via definitiva per eccesso colposo nell’omicidio colposo di Federico.Il legale di Paolo Forlani, uno degli agenti condannati per la morte di Federico Aldrovandi, ha presentato ricorso alla Corte di Strasburgo per «ingiustizia della decisione e illegalità della prova». Ma ieri mattina la madre di Federico ha deciso di querelare il segretario del Coisp Franco Maccari. «Continuano a insinuare, dopo anni e sentenze – ha spiegato – che la foto che purtroppo sono stata costretta a mostrare ieri per l’ennesima volta sia stata taroccata». Si tratta dell’orribile immagine di Federico Aldrovandi sul letto dell’obitorio.«È legittimo, ovviamente manifestare solidarietà, è comprensibile mostrare spirito di corpo, però le decisioni della magistratura dovrebbero essere rispettate da tutti. A cominciare dagli uomini che rappresentano le istituzioni», ha amaramente commentato il procuratore aggiunto di Bologna Valter Giovannini, che anche di recente si è occupato di varie inchieste riguardanti appartenenti alle forze dell’ordine.Le polemiche e la battaglia legale però non si fermeranno. La madre di Federico ora infatti valuta anche una querela per stalking. Il suo legale sta mettendo insieme un dossier «perché è stata oggetto di attacchi ripetuti nel tempo chiaramente fortemente lesivi». Lei si sente «perseguitata» e il legale, che però ancora non parla di atti persecutori, ha spiegato che si tratta di una situazione che si sta ripetendo nel tempo: «Se vogliono contestare contro il fatto che i colleghi non vengono scarcerati, non capisco perché invece di protestare contro i Palazzi di Giustizia vadano sotto le finestre di Patrizia». Intanto Ferrara si prepara al sit in annunciato annunciato per stasera alle 18 in piazza Savonarola dagli amici di Federico. «Spero – ha auspicato la mamma del ragazzo  – che ci siano anche uomini in divisa».
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