sabato 30 novembre 2013
​«Viviamo sospesi, in attesa di una telefonata e di poter dare risposte agli altri nostri figli»: così Maura Panarese, a tre anni dalla scomparsa della figlia di 13 anni, poi ritrovata morta in un campo. «Abbiamo fiducia nella giustizia, umana e divina».  
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Ha detto di vivere nell' "attesa di un dettaglio, di una telefonata" Maura Panarese, la mamma di Yara Gambirasio, la ragazzina scomparsa da Brembate di Sopra (Bergamo) nel novembre di tre anni fa, e poi ritrovata cadavere in un campo a Chignolo d'Isola il 26 febbraio successivo, perché chi l'ha presa e uccisa "sia assicurato alla giustizia". "Interrompo il silenzio nel quale tornerò alla fine di questa comunicazione - ha detto ai microfoni - per lanciare un appello. So che tutti stanno profondendo il massimo sforzo per la risoluzione di questo caso ma ciò evidentemente fino a questo momento non è bastato".

Parlando anche a nome del marito "viviamo - ha detto - in attesa di un dettaglio, di una telefonata, che ci permetta tra l'altro di dare risposte concrete agli altri nostri figli. Viviamo nella speranza che anche dopo tre anni chi ha visto, ha sentito o è venuto a conoscenza di qualcosa, anche un particolare che ritiene irrilevante si faccia avanti senza paura".

 "Abbiamo fiducia nella giustizia umana oltre che in quella divina - ha concluso - e attendiamo con ansia che il responsabile di questo atroce gesto, che ci ha provocato il più terribile dei lutti, venga finalmente assicurato alla stessa e messo in condizione di non nuocere più".

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