venerdì 27 dicembre 2019
La reazione dopo l’omicidio in una tabaccheria di un esponente delle cosche locali. «In città comanda la droga, ogni giorno nascono nuovi luoghi di spaccio. Ora basta»
L'omicidio di un pregiudicato a Portici (Napoli) la vigilia di Natale

L'omicidio di un pregiudicato a Portici (Napoli) la vigilia di Natale - Ansa

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«Occorre scegliere da che parte stare. Tante dichiarazioni non mancheranno da parte di tutti. E anche il tentativo di discolparsi e accusare altri. Basta!». Lo scrivono i parroci di Portici in un appello all’indomani dell’omicidio in una tabaccheria, del 38enne Ciro D’Anna, ritenuto esponente del clan Vollaro. I killer lo hanno colpito alle 10 di mattino, nel pieno della vigilia di Natale. Un gravissimo episodio, che fa temere una guerra tra cosche per l’affare dello spaccio, e che fa lanciare ai sacerdoti una sorta di anatema. «Maledetta droga! Maledetta camorra!».

Non solo parole, perché i presbiteri invitano i fedeli per una 'Veglia natalizia di preghiera per la pace e la giustizia 'Per amore del mio popolo'', oggi alle 19.30 nella chiesa di S. Antonio. Una celebrazione che si collega, già nel titolo, al famoso documento che nel Natale 1991 gli otto parroci di Casal di Principe, guidati da don Peppe Diana, scrissero e distribuirono. «Un grido – scrivono i sacerdoti di Portici – che squarciò paura, silenzi e complicità. Un manifesto d’impegno contro il sistema criminale ed un annuncio profetico di una possibile trasformazione del male in bene nella società. Tutti insieme – spiegano i parroci – vogliamo riprendere questo messaggio perché è pienamente attuale e ci aiuterà a pregare e a discernere il bene possibile da facile male della violenza, da quella evidente come da quella più nascosta, che corrode e inficia la nostra città».

L’appello è molto chiaro e individua le responsabilità per l’omicidio che viene definito «un’immagine che sconvolge il presepe che richiama armonia e gioia. C’è un anti-presepe in atto». E i parroci indicano come «sia la droga a comandare ancora di più, oggi nella nostra città e avere la meglio. A causa di una domanda incalzante da parte di tantissimi 'acquirenti', giovani e adulti, il mercato di essa è diventato ancora più florido. Persone di tutti i ceti sociali l’assumono».

È precisa e netta l’analisi sul affare della droga. «Continue piazze di spaccio, nascono dall’oggi al domani. Tanti sotterfugi per vendere la morte. La malavita si arricchisce e, a differenza del passato, porta a morire i suoi giovani gregari, i quali, per compiere atti criminali, ricorrono alla stessa 'roba'». I parroci riconoscono l’impegno delle forze dell’ordine, ma, denunciano, «gli sforzi di queste persone in divisa che cercano di operare con impegno, sembrano essere neutralizzati dai facili domiciliari concessi agli spacciatori, chiamiamoli pure con un già rodato inglesismo: pusher. Essi purtroppo, continuano a smerciare morte».

Di fronte a questo, ammettono amaramente, «i diversi tentativi di Comunità parrocchiali e di alcune associazioni e insegnanti, a favore dei giovanissimi sembrano vani. Tanti ragazzi appaiono già persi e incamminati sulla via del farsi male e del fare il male. Ma non è così! Non deve essere così». E allora l’appello torna a farsi forte. «C’è una linea di bene che continua e che non bisogna estinguere. Il contagio è necessario. Mai fermarsi. Occorre un sussulto degli animi. Occorre risvegliarsi come famiglie e aprirsi già nei propri condomini per estirpare le radici dell’indifferenza e dell’isolamento».

Dunque, è l’invito del parroci, «il Natale del Signore è un’opportunità di vita e di speranza per intraprendere nuove strade… per tornare ad essere umani. Cristo si è incarnato nella nostra umanità. Impariamo con Lui a fare il bene che non è un’esibizione per vendere prodotti». Ma vuol dire «avere a cuore la città iniziando dalle piccole cose di ogni giorno. Da ciò che sembrano dettagli».

Contro la camorra e la droga, concludono i sacerdoti di Portici, «scopriamo l’importanza di essere cittadini, di abitare dignitosamente la città collaborando con le istituzioni, adoperandoci con azioni efficaci di volontariato. La costanza premia. Iniziamo ad essere cittadini. Ognuno per la sua parte. A nessuno manchi la possibilità di partecipare ad un nuovo presepe vivente, che duri di più, anzi per sempre. Occorre scegliere da che parte stare. Occorre risvegliarsi dal torpore prima che sia troppo tardi. Questo Natale è un’opportunità. Viviamolo in pienezza! Che vinca la Vita!».

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