mercoledì 31 luglio 2019
L’Autorità per l’infanzia indica alle istituzioni raccomandazioni per superare le mancanze del sistema di tutela dei piccoli allontanati dalla famiglia. Regole chiare e procedure trasparenti
Un momento della fiaccolata a sostegno dei genitori di Bibbiano organizzata qualche giorno fa a Modena (Fotogramma)

Un momento della fiaccolata a sostegno dei genitori di Bibbiano organizzata qualche giorno fa a Modena (Fotogramma)

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Bibbiano ha «scosso le coscienze di tutti, ha scosso anche l’Autorità». E così che il lavoro già in cantiere sul fronte affidi, sollecitato anche dalle raccomandazioni arrivate all’Italia dall’Onu nel febbraio scorso, ha subìto nell’ultimo mese un’accelerazione arrivando ad un quadro che dia «lo sguardo d’insieme» di tutto ciò che serve per tutelare i minori fuori famiglia. È lunga la lista di raccomandazioni per rivedere il sistema di tutela dei minori che l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia) ha rivolto a Parlamento, governo, regioni, comuni, magistratura, avvocati, assistenti sociali, psicologi e anche giornalisti. Un elenco dettagliato, illustrato ieri nella sede del-l’Autorità, che passa dalla necessità di disciplinare le fasi di indagine del pm, la garanzia di un giusto contraddittorio tra le parti, la convalida degli allontanamenti d’urgenza fino alla trasparenza nell’individuazione della famiglia affidataria o della struttura di accoglienza.

Come pure attraverso la tirata d’orecchie alle istituzioni per l’ancora inesistente sistema informativo unitario costituito di tre banche dati: una che dia il numero esatto dei minori fuori famiglia, con le loro caratteristiche, il tipo di accoglienza in cui sono inseriti, la durata del percorso; una che dia il numero delle strutture di accoglienza e una infine che contenga gli affidatari. Ma anche linee di indirizzo per definire un tariffario nazionale con i costi dei servizi offerti dalle strutture di accoglienza e per i rimborsi alle famiglie affidatarie.

Certo nessuno ha «la palla di vetro per dire se l’applicazione di queste raccomandazioni possa evitare altri casi Bibbiano – premette la Garante Filomena Albano – ma lo spero».

Quel che va garantito, comunque, «è che tutti i diritti dei minori vengano tutelati e non debbano esistere diritti in contrasto tra loro. E ciò può avvenire con regole chiare e procedure trasparenti». La bussola resta la Convenzione Onu dell’infanzia e dell’adolescenza, laddove si dice – ricorda Albano – che «occorre garantire tutti i diritti previsti dalla Convenzione di New York: quello a crescere nella famiglia di origine e quello a essere protetti da ogni forma di violenza ».

Proprio su questo fronte, poi, la Garante non nasconde che, pur non volendosi sovrapporre all’autorità giudiziaria, sta valutando «se sia possibile dal punto di vista giuridico» costituirsi parte civile nell’inchiesta 'Angeli e demoni'. Ma se ognuno, «nel complesso e delicatissimo tema della protezione dei minori», facesse la sua parte, «forse» non ci sarebbero più casi Bibbiano. Per questo la Garante chiede al Parlamento un quadro legislativo adeguato; ad esempio in tema di responsabilità genitoriale che è disciplinato da poche norme, che per di più «registrano un’applicazione fortemente differenziata nei diversi tribunali».

Senza dimenticare inoltre l’opportunità di rivedere i procedimenti per «adeguarli ai principi del giusto processo», come pure la necessità di «nominare un curatore speciale e un avvocato per il minorenne». Chiaro l’invito anche a regioni e comuni, dove spicca l’importanza di garantire «una tempestiva e adeguata presa in carico delle famiglie in difficoltà al fine di promuovere la genitorialità e prevenire gli allontanamenti» e, se l’allontanamento si rende necessario, «operare un adeguato monitoraggio del percorso per il recupero delle competenze genitoriali».

Le indicazioni dell’Autorità non dimenticano nemmeno il Csm, che viene invitato a verificare i criteri per la nomina e la conferma dei giudici onorari minorili per il triennio 2020-2022, con una particolare attenzione all’attività di controllo sulle comunità di accoglienza per i minori, introducendo in certi casi «un regime di incompatibilità». Al ministero della Giustizia si chiede invece, tra l’altro, di avviare le attività telematiche «negli uffici giudiziari minorili e la sua interconnessione con gli altri uffici giudiziari competenti in materia minorile».

Ed è proprio il Guardasigilli che ieri, in audizione in commissione Infanzia annunciando una riforma sulla magistratura onoraria appena presentata in Senato, ipotizza una strada da seguire sul sistema degli affidamenti familiari: «intraprendere un’indagine ad ampio spettro », attivando «una comunicazione delle informazioni in questione», fino a realizzare una vera e propria «banca dati».

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