giovedì 30 aprile 2020
Borrelli: "Siamo entrati in una nuova fase nell'evoluzione dell'emergenza". 3.106 attuali contagiati in meno, 1.872 nuovi casi
Mentre i numeri relativi al coronavirus migliorano a Milano ci si prepara alla fase 2 predisponendo nuove piste ciclabili. L'obiettivo è ridurre la mobilità sui mezzi pubblici senza aumentare le automobili circolanti

Mentre i numeri relativi al coronavirus migliorano a Milano ci si prepara alla fase 2 predisponendo nuove piste ciclabili. L'obiettivo è ridurre la mobilità sui mezzi pubblici senza aumentare le automobili circolanti - Fotogramma

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Mai così tanti guariti in ventiquattr’ore. Mai così tanti attuali contagiati in meno. Pressione sugli ospedali sempre più leggera. E sebbene ancora troppi, morti scesi sotto trecento. "Siamo entrati in una nuova fase nell’evoluzione di questa emergenza, che però, è bene dirlo, non è finita”, spiega Angelo Borrelli, capo del Dipartimento di Protezione civile. Tanto che quella di poco fa è stata l’ultima conferenza stampa (che da quotidiana era già diventata due volte a settimana), da domani l’aggiornamento dei dati giornalieri avverrà solo attraverso una nota del Dipartimento. Vediamo quelli di oggi.

Nuovi contagi. In termini assoluti, sono 1.872 (sabato 2.357, domenica 2.324, lunedì 1.739, martedì 2.091 e ieri 2.068) e portano il totale dall’inizio della pandemia a 205.463 persone. Ma sono stati effettuati molti tamponi 68.456 (lunedì 32.003, martedì 57.272 e ieri 63.827), con rapporto di positività mai così basso, a 2,7, così "scendendo sotto la “soglia cruciale” (3), ha detto Luca Richeldi, pneumologo, direttore del Centro per le Malattie Rare del Polmone del policlinico “Gemelli” durante la conferenza stampa. “Il quadro che abbiamo oggi è molto confortante - ha aggiunto - la diffusione del virus in questo momento è rallentata”.

Morti. Sebbene sempre alto, il numero dei morti va appunto sotto quota 300, 285 (venerdì 420, sabato 415, domenica 260, lunedì 333, martedì 382 e ieri 323), sono in tutto 27.967 dall’inizio della pandemia.

Attuali positivi. Scendono ancora a 101.551 (105.847, domenica 106.103, lunedì 105.813, martedì 105.205 e ieri 104.657). Cifra evidentemente “al netto” di decessi e guariti. E sono 3.106 in meno rispetto a ieri (sabato meno 680, domenica più 256, lunedì meno 290, martedì meno 608 e ieri meno 513), il balzo più lungo, in ventiquattr’ore, da quando il trend è negativo.

Ricoverati nelle terapie intensive. Sempre più giù: sono 1.694 (venerdì 2.173, sabato 2.102, domenica 2.009, lunedì 1.956, martedì 1.863 e ieri 1.795).

Ricoverati in reparti ospedalieri ordinari. Sono 18.149 persone (domenica 21.372, lunedì 20.353, martedì 19.732 e ieri 19.210) e sono 1.061 in meno rispetto a ieri.

In isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. Sono 81.708 persone (domenica 82.722, lunedì 83.504, martedì 83.619 e ieri 83.652), cioè l’80% degli attuali positivi (come ieri).

Guariti e dimessi. Oggi è record dall’inizio della pandemia: sono 4.693 (domenica 1.808, lunedì 1.696, martedì 2.317 e ieri 2.311), portando il numero complessivo dall’inizio della pandemia a 75.945.

In Lombardia continua lentamente ad andare meglio. I morti sono 93 (ieri 104), i nuovi casi 598 (786 ieri) e scende ancora la pressione sugli ospedali, rispetto a ieri sono 29 le persone in meno nelle terapie intensive e meno 286 ricoveri.

Ma attenzione. Stamane lo aveva detto chiaro Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità: “I casi che abbiamo ogni giorno sono solo la punta dell’iceberg. Siamo solo in una fase in cui il numero dei casi è più contenuto”, perciò è decisivo restare sotto “l’indice di contagio R-0 a 1”. E illudersi di poter fare ‘tana liberi tutti’ “rischia di far risalire la curva epidemica” (che “decresce in tutte le Regioni”), perché “l'epidemia non è finita, il virus è in circolo”. Quindi - ha aggiunto Brusaferro - “scordiamoci di tornare alla normalità prima del vaccino e ricordiamo che "sotto la soglia del 60% della popolazione che ha contratto il coronavirus non c’è immunità di gregge e in Italia siamo molto lontani da questa soglia".

La strategia futura, infine? Chiara anche questa: ”Laddove abbiamo evidenze che in un ambiente ristretto c’è un numero di casi significativo, il ’lockdown chirurgico’ è raccomandabile ed efficace” e potrebbe riguardare singole realtà, come aziende o strutture.

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