venerdì 18 giugno 2010
La cosca aveva rivolto la sua attenzione in particolare su un appalto di 5 milioni di euro all'interno dell'area portuale. La mafia chiedeva il 3% della commessa, cioè 150 mila euro.
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È in corso una vasta operazione antimafia condotta dai Carabinieri di Palermo che stanno eseguendo 15 provvedimenti di fermi nei confronti di esponenti del mandamento mafioso di Porta Nuova. Gli arrestati sono accusati di avere gestito estorsioni, traffico di droga e rapine. Le vittime sono imprenditori e commercianti, costretti a pagare il "pizzo" ai boss. L'operazione, denominata in codice Eleio, costituisce lo sviluppo di un'altra inchiesta che alla fine del 2008 portò alla scoperta di un progetto per la ricostituzione della "cupola" mafiosa. Al vertice della cosca, secondo gli investigatori, personaggi di spicco della mafia come il 'reggente" Gaetano Lo Presti, Giovanni Lipari, Gerlando Alberti, nipote e omonimo di uno dei capi storici diCosa nostra, e Salvatore Milano. Dalle indagini è emerso che uno degli indagati, Antonino Abbate, utilizzava una sala scommesse come proprio "ufficio". Accertata la richiesta di una tangente del 3% su un appalto per oltre cinque milioni di euro all'interno dell'area portuale di Palermo.SEQUESTRO DELLA DIA A LECCELa Direzione investigativa antimafia di Lecce ha proceduto al sequestro di beni mobili e immobili riconducibili a Giovanni Tredici, già condannato per associazione per delinquere, estorsione, rapina, porto e detenzione di armi. Il provvedimento di sequestro, si legge in una nota, nell'ambito della normativa antimafia, è stato emesso dalla Prima sezione penale del Tribunale di Lecce, su proposta del direttore della Dia, Antonio Girone, a seguito delle indagini tecnico-patrimoniali che hanno evidenziato che Tredici, a fronte di scarse fonti reddituali, ha la disponibilità di un ingente patrimonio immobiliare e mobiliare. Tra i beni sequestrati tra Copertino, Lequile e Galatina per un valore stimato in circa quattro milioni di euro, figurano: otto immobili; 40 terreni per complessivi 42 ettari; due conti correnti bancari.
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