martedì 17 gennaio 2017
Libera, Legambiente, Avviso Pubblico e i sindacati: si rischia fine anticipata della legislatura, non si disperda il lavoro fatto
Castel Volturno, beni confiscati alla mafia.

Castel Volturno, beni confiscati alla mafia.

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Approvare rapidamente le leggi per rafforzare la lotta alle mafie. Alcune approvate da un ramo del Parlamento ma ferme da mesi nell’altro. È quanto chiede un appello al Governo e alle Camere, firmato da Libera, Avviso Pubblico, Legambiente e Cgil, Cisl e Uil. «Un modo concreto – scrivono associazioni e sindacati – per rafforzare prevenzione e contrasto alle mafie e alla corruzione nonché per accrescere la credibilità delle istituzioni verso i cittadini». Si tratta delle misure riguardanti gli amministratori locali minacciati e intimiditi, il riconoscimento ufficiale del 21 marzo come Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, le modifiche alla normativa in materia di beni e aziende confiscate alle cosche, la riforma della prescrizione dei processi, le misure di contrasto delle mafie nel settore dell’azzardo legale e illegale, il provvedimento a favore dei testimoni di giustizia. Iniziative legislative, alcune delle quale sostenute da un’ampia maggioranza trasversale, frutto del lavoro della commissione Antimafia, già approvate da mesi o dalla Camera e dal Senato.

Ma ora, si legge ancora nell’appello, «con la possibile fine anticipata della legislatura, vi è il rischio concreto che tutto questo importante lavoro possa essere disperso, mentre assistiamo ad un’aumentata e pericolosa pervasività e presenza dei mafiosi e dei corrotti nella vita politica e economica del Paese, con danni ingenti per la democrazia e lo sviluppo dell’Italia». «Quello che lanciamo al Parlamento e al Governo – spiega il presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà – è un appello alla responsabilità della politica. Non possiamo permettere che il tanto importante e qualificato lavoro finisca nel nulla. Ne va della credibilità delle istituzioni e del nostro Paese». «Chiediamo, a nome di tante associazioni e realtà sociali presenti nel nostro Paese, alla politica di fare la propria parte – sottolinea il presidente di Libera, don Luigi Ciotti –. Le leggi che aspettano di essere approvate in via definitiva rappresentano riforme irrinunciabili per dare più forza alla lotta contro le mafie, la corruzione e ogni forma di illegalità e di negazione dei diritti e della dignità delle persone».

Proprio per questo, dicono sulla stessa linea il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso e il segretario confederale, Giuseppe Massafra, «è inaccettabile un iter così lungo per leggi che intervengono su ferite così profonde e su nodi determinanti per il presente e il futuro del Paese, anche sotto il profilo economico». Questa, afferma il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan «è una battaglia che sta nel Dna del sindacato perché non ci può essere sviluppo economico nel nostro Paese senza sicurezza nei territori e legalità nella vita pubblica». La «rapida approvazione» di queste norma, ricorda il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, «sarebbe il modo giusto per onorare la memoria delle vittime innocenti delle mafie. Un impegno collettivo delle Istituzioni e della società civile in vista anche della giornata del 21 marzo dedicata proprio al ricordo di quelle vittime ». Anche perché, sottolinea la presidente di Legambiente, Rossella Muroni, «solo con leggi più adeguate e pertinenti lo Stato può dimostrare la sua presenza e garantire il suo appoggio alle comunità, agli amministratori e ai cittadini onesti, minacciati e vessati dalla criminalità organizzata».

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