lunedì 22 marzo 2010
C'è un insospettabile tra le persone arrestate la scorsa notte dalla Guardia di finanza a Palermo. Si tratta di Giuseppe Liga, 59 anni, indicato dagli inquirenti come il successore dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo nella gestione delle estorsioni sul territorio di Tommaso Natale, alla perferia occidentale di Palermo.
COMMENTA E CONDIVIDI
C'è un insospettabile architetto impegnato in politica tra le quattro persone arrestate per mafia la scorsa notte dalla Guardia di finanza a Palermo. Si tratta di Giuseppe Liga, 59 anni, indicato dagli inquirenti come il successore dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo nella gestione delle estorsioni sul territorio di Tommaso Natale, alla perferia occidentale di Palermo. Con Liga sono stati arrestati due imprenditori, Amedeo Sorvillo, 57 anni, e Agostino Carollo, 45 anni, e Giovanni Angelo Mannino, 57 anni, cognato di Salvatore Inzerillo, capomafia dell'Uditore assassinato nel maggio del 1980. I due imprenditori, secondo l'accusa, avrebbero agito come prestanome di Liga nella società Eu.te.co (Euro tecnica costruzioni) con sede a Capaci, nei pressi di Palermo, e che è stata sequestrata.I collaboratori di giustizia più recenti indicano Liga come il successore dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo alla guida del mandamento mafioso di Tommaso Natale-San Lorenzo, a Palermo. Le intercettazioni hanno confermato le rivelazioni dei pentiti. Secondo quanto è emerso dalle indagini, coordinate dai pm della Dda Marcello Viola, Anna Maria Picozzi, Gaetano Pace e Francesco Del Bene, Liga, in particolare, sarebbe stato il collettore delle estorsioni gestendo e incassando il denaro ricavato dal pizzo che continua a essere una delle principali entrate delle cosche. Inoltre era indicato nei pizzini trovati nel covo del boss Lo Piccolo col numero 013.La difesa. Dice di essere «vittima di un equivoco», respinge con sdegno l'accusa di essere un mafioso, ammette di conoscere «fin da ragazzo» il boss Salvatore Lo Piccolo, ma sostiene di essere stato costretto a pagare il "pizzo" e di avere denunciato tutto ai carabinieri.  A parlare per la prima volta, in un'intervista pubblicata sull'ultimo numero del magazine siciliano S, è Giuseppe Liga, l'architetto arrestato in nottata dalla Guardia di finanza con l'accusa di associazione mafiosa, estorsione e fittizia intestazione di beni. Giuseppe Liga, secondo gli investigatori, avrebbe continuato a gestire il tesoro di Lo Piccolo. Ma nell'intervista nega con decisione di essere il nuovo capo di Cosa nostra a Palermo. Il nome di Liga salta fuori per la prima volta nel novembre del 2007, in occasione dell'arresto di Salvatore Lo Piccolo e del figlio Sandro. Tra le carte sequestrate al boss gli investigatori trovano un appunto: «Architetto Liga 10mila». Lui afferma che si tratta del pagamento di un'estorsione: «Se fossi stato un mafioso di certo non sarei andato da carabinieri a denunciare che sono stato vittima, io ho fatto una denuncia, perchè in passato avevo ricevuto minacce. Io ho pagato 10mila euro: sono venuti in cantiere e mi hanno detto che dovevo pagare, altrimenti saltava tutto».Ma il pentito Maurizio Spataro, ex cassiere della cosca di Resuttana, dichiara a verbale: «So che l'architetto Liga si occupa delle attività economiche riconducibili ai Lo Piccolo». Lui replica nell'intervista:«Gli architetti Liga sono almeno una ventina, 5 o 6 sono iscritti all'albo. Sono al centro di un equivoco». Il professionista ammette poi di avere avuto rapporti con alcuni esponenti mafiosi, ma senza sapere chi fossero veramente: «Ero direttore dei lavori in un cantiere per conto di una cooperativa che aveva subappaltato altre opere a due ditte. I titolari erano Cinà e Alamia».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: