venerdì 26 marzo 2021
Le piccole sono nate a Padova. Le mamme, entrambe medici, avevano scelto di vaccinarsi volontariamente: «Volevamo proteggerle dal Covid». I medici: sì ai vaccini anche in gravidanza
Una delle mamme di Padova con la sua bimba insieme ai medici dell'Ulss 6 Euganea

Una delle mamme di Padova con la sua bimba insieme ai medici dell'Ulss 6 Euganea - Ansa

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Che i vaccini antiCovid nelle donne in gravidanza potessero sviluppare uno scudo immunitario anche per i neonati era un'ipotesi suggestiva, ma fino ad ora considerata per lo più ottimistica (se non proprio fantasiosa). E comunque nessuno si era preso la briga di verificarla, visto che per principio di precauzione si è preferito evitare in linea di massima di somministrare i nuovi vaccini sulle donne incinte visto che non sono rientrate (un po' come i bambini) nelle prime fasi di sperimentazione.

Valentina e Anna, invece, da Padova hanno cambiato tutto. Sono loro le prime bimbe in Italia ad essere nate con gli anticorpi contro il Covid perché le loro mamme (entrambe medici) avevano deciso d'essere vaccinate al terzo trimestre di gravidanza. Non erano mai state contagiate dal virus, si sono sottoposte volontariamente a inizio gennaio alla prima dose di vaccino e, a distanza di tre settimane, alla seconda. Decorso regolare per entrambe le gravidanze, le due donne non hanno segnalato effetti collaterali dopo l'inoculazione del vaccino.

Le bambine, che alla nascita pesavano circa 3 chili, stanno bene, sono a casa e vengono allattate esclusivamente al seno. «Sono le prime nelle quali sono stati isolati gli anticorpi su sangue neonatale alla nascita - sottolinea il dottor Gianfranco Juric Jorizzo, responsabile dell'équipe del servizio di Medicina Prenatale dell'Ulss 6 Euganea -: infatti gli studi internazionali, ad oggi, si sono basati solamente sugli anticorpi del cordone ombelicale». La buona notizia? Innanzitutto che i più piccoli possono essere protetti automaticamente dal virus (ed ora bisognerà anche capire per quanto a lungo, ovviamente). Ma anche che la vaccinazione può e deve essere indicata, anche in gravidanza, come suggerito dalle Società di Ginecologia Italiane lo scorso 2 gennaio, valutando i fattori di rischio: «L'infezione con complicanze respiratorie da Sars-CoV-2 può determinare infatti un serio pericolo per la donna gravida e il neonato» spiega ancora Jorizzo.

Un'altra immagine delle  bimbe insieme ai medici di Padova

Un'altra immagine delle bimbe insieme ai medici di Padova - Ansa

«Sono felice che la mia Valentina abbia gli anticorpi contro il coronavirus e quindi sia portatrice di un grande messaggio di speranza - racconta una delle due mamme, Anna Parolo -. La salute del neonato dipende prevalentemente dalla sua immunità innata e dagli anticorpi materni trasmessi per via transplacentare durante la gravidanza». «Al terzo trimestre di gravidanza ho ricevuto per mia scelta la vaccinazione per motivi professionali - aggiunge mamma Valeria Bernardi - ma anche da considerazioni personali sull'utilità del vaccino per proteggere me e la mia bambina. Soprattutto verso il termine della gravidanza la funzionalità polmonare è compromessa dall'utero gravido che spinge verso l'alto e in qualche modo l'ostacola, pertanto potrebbe peggiore la gravità dell'infezione delle vie respiratorie. L'infezione da coronavirus poi nei neonati può essere grave e avere conseguenze importanti: ho tenuto conto dei rischi minimi del vaccino e che molte società internazionali lo incoraggiano, la mia esperienza è stata sicuramente positiva».

«Sarà interessante in futuro capire se il passaggio di questi anticorpi a seguito della vaccinazione materna contro il Sars-CoV-2 possa proteggere il neonato - aggiunge la dottoressa Kimta Ngaradoumbe Nanhornguè, sempre dell'Ulss 6 Euganea - come avviene in seguito alla vaccinazioni contro difterite, tetano e pertosse. In tal caso bisognerebbe definire se esiste una fase ideale della gravidanza per la vaccinazione».

Gli anticorpi anche attraverso il latte

Proprio nei giorni scorsi è stato pubblicato uno studio - il più ampio finora condotto su questo fronte - che mostra con la forza dei numeri non solo come le donne in gravidanza, ma anche quelle in allattamento sviluppino una robusta risposta immunitaria con i vaccini anti-Covid e siano in grado di trasmettere anticorpi ai neonati. Ai piccoli, spiegano gli autori del lavoro pubblicato sull'American Journal of Obstetrics and Gynecology, l'immunità protettiva viene conferita «attraverso il latte materno e la placenta». Un tesoretto di salute in tempi di pandemia.

I ricercatori del Massachusetts General Hospital (Mgh), del Brigham and Women's Hospital e del Ragon Institute di Mgh, Mit e Harvard hanno condotto la ricerca coinvolgendo 131 donne in età riproduttiva (84 incinte, 31 in allattamento e 16 non in gravidanza) tutte vaccinate con uno dei due vaccini a mRna - Pfizer/BioNTech o Moderna - e hanno osservato che questi prodotti scudo sono «altamente efficaci» nella produzione di anticorpi contro Sars-CoV-2 nelle donne in gravidanza e in allattamento. I titoli indotti (livelli di anticorpi) erano equivalenti in tutti e tre i gruppi. E gli effetti collaterali post vaccinazione erano «rari e comparabili tra i partecipanti allo studio». Quanto dimostrato «è molto incoraggiante per le donne incinte e che allattano, escluse dagli studi iniziali sul vaccino anti-Covid», afferma Andrea Edlow, specialista in medicina materno-fetale al Mgh e co-autrice senior dello studio. «Colmare i gap con dati reali è fondamentale - aggiunge - soprattutto per le nostre pazienti in gravidanza che sono a maggior rischio di complicanze da Covid". Il team ha anche confrontato i livelli di anticorpi indotti dalla vaccinazione con quelli indotti dall'infezione naturale in gravidanza e ha trovato livelli significativamente più alti di anticorpi dalla vaccinazione.

Questi anticorpi generati dalle iniezioni scudo erano presenti anche in tutti i campioni di sangue del cordone ombelicale e nei campioni di latte materno prelevati dallo studio, elemento che - spiegano gli esperti - dimostra il trasferimento di anticorpi dalle madri ai neonati. Ora, sottolinea Galit Alter del Ragon Institute, co-autrice senior del lavoro, «abbiamo una chiara evidenza del fatto che i vaccini antiCovid possono indurre l'immunità che proteggerà i bambini. Ci auguriamo che questo studio catalizzi l'attenzione degli sviluppatori di vaccini affinché riconoscano l'importanza di studiare le persone in gravidanza e in allattamento e le includano negli studi. Non vediamo l'ora di studiare tutte le piattaforme vaccinali in gravidanza non appena saranno disponibili».

Intanto questo primo studio è stato in grado di fornire informazioni anche sulle potenziali differenze tra la risposta immunitaria indotta dai due vaccini presi in considerazione, Pfizer e Moderna. Gli esperti hanno trovato livelli di anticorpi delle mucose (IgA) più alti dopo la seconda dose di Moderna rispetto alla seconda dose di Pfizer. «Questo risultato è importante per tutti, ma ha un'importanza speciale per le donne in gravidanza e in allattamento perché IgA è un anticorpo chiave presente nel latte materno», evidenzia Kathryn Gray, ostetrica al Brigham and Women's Hospital e prima autrice della ricerca.

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