martedì 25 gennaio 2011
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«Mi sono sbagliata, non ero ad Arcore dal 24 al 25 aprile». E la marocchina svestita che ballava per il premier, era Ruby? «No, mi sono sbagliata anche qui. Era una danzatrice del ventre, ha preso i soldi, ma non era Ruby». Insomma, «mi sono confusa su alcuni dettagli, ma non ho mentito». Messa davanti ai riscontri telefonici Nadia Macrì corregge il tiro ripetendo l’improbabile mantra del «mi sono sbagliata, ma era tutto vero».Affermazioni che non reggerebbero all’onda d’urto di un processo, perciò i magistrati che indagano pensano di non ascoltare più la "accompagnatrice" emiliana. Per lei non è da escludere una denuncia per false dichiarazioni ai pm. «Abbiamo sottoposto ad attenta verifica tutte le sue dichiarazioni», ha detto il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati. Nadia esce di scena facendo lo stesso fracasso con cui s’era fatta conoscere. «I pm mi hanno detto che non mi chiameranno più», ammette al termine di una registrazione per reggionline.com. Le verifiche della procura hanno permesso di appurare che nella tre giorni di feste no-stop ad Arcore, dal 24 al 26 aprile 2009, il telefono della Macrì non era agganciato da nessuna parte in Brianza.Per la difesa, tutto sommato, è un argomento su cui fare leva. Proprio ieri i legali di Silvio Berlusconi, gli avvocati parlamentari Piero Longo e Niccolò Ghedini, hanno presentato una memoria di tre pagine (con vari allegati) alla Giunta per le autorizzazioni della Camera. Nel testo si sostiene l’assoluta incompetenza della Procura di Milano ad occuparsi del "Rubygate". Nel documento si ribadisce anche che gli uffici del ragioniere del premier Giuseppe Spinelli, che la procura chiede alla Camera di poter perquisire, dal 21 ottobre del 2004 sono ufficialmente segnalati come segreteria politica dell’onorevole Silvio Berlusconi così come Palazzo Grazioli (Roma), Villa San Martino (Arcore), Villa Belvedere (la residenza di Brugherio dell’ex moglie Veronica Lario), Villa Certosa (Sardegna) e due altri appartamenti tra cui quello a Segrate in uso a Spinelli. Contemporaneamente sono arrivati in procura a Milano gli esiti delle indagini difensive prodotte da Ghedini e Longo. Decine e decine di pagine che includono testimonianze di quasi tutte le ragazze coinvolte e che assicurano di non aver mai fatto sesso a pagamento con il premier.Gli inquirenti, oltre che su accertamenti bancari e tecnici, stanno lavorando su centinaia di intercettazioni. Il "brogliaccio" su cui stanno lavorando i pm Ilda Bocassini, Antonio Sangermano e Pietro Forno, contiene in oltre mille pagine le conversazioni telefoniche dei protagonistio dell’inchiesta. Decine sono le chiamate intercorse tra il presidente del Consiglio e le sue giovani ospiti, ormai abituate a non uscire da Arcore a mani vuote. Tra le telefonate ve ne sarebbero poi almeno mezza dozzina tra il premier e Ruby, minorenne all’epoca della frequentazione di villa San Martino. Certamente non sono stati gli interrogatori di Nadia Macrì, che però ha confermato la sua presenza ad Arcore a metà del maggio scorso, a indirizzare i pm verso la richiesta di giudizio immediato a carico del Cavaliere. Intenzione confermata ieri da Bruti Liberati il quale non ha escluso che la posizione di Silvio Berlusconi, indagato per concuccione e prostituzione minorile, possa appesantirsii. «Vedremo più avanti – spiegano fonti giudiziarie – se contestare al presidente del Consiglio altri capi d’imputazione».
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