martedì 14 ottobre 2014
​Pubblichiamo la testimonianza di un giocatore patologico in cura presso la Casa del giovane di Pavia.
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In quel momento, che definirei «la zona della macchinetta», non vi è niente e nessuno che ti possa parlare, interrompere o distrarre. Inoltre, a fatica ricordo quali fossero i suoni, le immagini e i colori, mi bastava stare lì con la mia slot a parlare, comunicare e conoscerci come se fossi stato con una donna al primo appuntamento. Quel momento finisce quando inserisci l’ultimo euro e la tua donna (la slot) ti dice: «Scusa ma si è fatto tardi, devo andare, ma se vuoi io per te ci sono e sarò sempre. Sono qui per te, ti aspetto!».  A quel punto vi era in me il forte desiderio di andare alla ricerca di soldi, ma non per giocare, solo per tornare nella mia zona della macchinetta e stare di nuovo da solo con lei. Quindi, una volta trovati i soldi e sentendo in me felicità, voglia di vivere ed entusiasmo, mi preparavo per il primo infinito incontro con lei, la slot, continuando a curare aspetti e dettagli per non deludere la mia 'maledetta' e 'amata' slot. Per usare un paragone, la macchinetta diventa come una donna con cui ti devi vedere per la prima volta e ogni volta è come se fosse il primo incontro.  I bar in cui giocavo erano tre, agli stessi orari e con i medesimi gesti. In me recepivo e sentivo forte la voglia di rimanere solo con la mia donna (la slot) nel nostro mondo e, come si fa al primo appuntamento, curare nei dettagli ogni minimo particolare per fare colpo su di lei. Proprio come in un romantico incontro con una donna, la slot riesce a farti perdere la testa, battere forte il cuore e farti sentire preso di lei e per lei. Volevo lei, la slot, sempre e solo quella, come se non la volessi tradire. Ogni volta che era occupata me ne andavo, perché non potevo tradirla giocando con un’altra macchinetta. Mentre me ne andavo, in me vi erano rabbia, delusione gelosia e tristezza. Mi sentivo come un uomo tradito che vede la propria lei con un altro. Ogni volta che giocavo, intorno a me vi era il deserto e un silenzio irreale, anche se i locali erano pieni di persone e rumore, ma tutto scompariva... e rimanevamo soli, io e lei.
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