lunedì 17 giugno 2013
A decidere sull'allontanamento della sentratice rea di aver criticato Grillo sarà la Rete. Ieri l'assemblea di deputati e senatori pentastellati ha avviato le proceduure per l'espulsione: 79 i sì, 42 i no e 9 astenuti. La pattuglia parlamentare è sempre più divisa. Il capogruppo al Senato, Nicola Morra: «È verosimile che siano circa 20 i senatori dissidenti. Beppe lo aveva previsto, chi vuole può andare via».
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Che la Rete si pronunci sull’espulsione della senatrice Adele Gambaro, rea di aver criticato Grillo. Il disco verde alla richiesta formalizzata dall’ex capogruppo Vito Crimi è stata presa ieri a tarda sera dall’assemblea congiunta dei parlamentari del Movimento 5 Stelle, dopo quasi cinque ore di acceso dibattito. Alla fine sono 79 i sì, 42 i no, 9 gli astenuti.All’inizio della riunione la senatrice "ribelle" va via. Non prima di aver letto un intervento in cui auspica che le sue critiche, fatte per il bene del movimento, possano aver contribuito a «far muovere il cambiamento verso una linea più democratica». In ogni caso non vuole lasciare il M5S. Poi esce dalla sala senza ascoltare gli altri 30 iscritti a parlare e dicendo di accettarne il giudizio. E soprattutto senza ascoltare Crimi (con cui aveva polemizzato in giornata) e la sua richiesta di avvio della procedura. Alla quale «alcuni si sono già associati», ha riferito il deputato Andrea Colletti in una pausa. Che legge il gesto della Gambaro come una mancanza di rispetto e «un elemento che va a suo sfavore». Altri, però, lo interpretano come un tentativo di placare gli animi accesi. Alcuni interventi chiedono - invano - all’assemblea di soprassedere sulla decisione.Mentre ieri sera andava in onda il processo alla senatrice dissidente, si evidenziavano dunque sempre di più le crepe nei gruppi e le differenti vedute sullo figura del leader, Beppe Grillo (i cui fedelissimi manifesteranno oggi davanti a Montecitorio). Con le ombre della scissione non del tutto fugate. Anche se la deputata Mara Mucci twitta: nessuno lascerà il M5S. E neanche un senatore.Lo psicodramma a 5 Stelle andava in onda per modo di dire, perché mentre una pre-riunione dei senatori, compresi la Gambaro e l’ex capogruppo Crimi, veniva trasmessa in streaming, così non avveniva per la seguente e decisiva riunione dei gruppi congiunti. Nella prima i toni erano stati concilianti e pacati, con la richiesta di qualcuno di chiudere la polemica con una telefonata tra la "ribelle" e Grillo. Non altrettanto nella seconda, per la quale le telecamere sono rimaste spente per decisione dell’assemblea.Inevitabilmente la vicenda ha diviso il M5S. Il senatore Luis Orellana critica «nel metodo» la riunione. Alcuni difendono la Gambaro e invitano all’unità. Altri, invece, la invitano a un «passo indietro». Durissimo Manlio Di Stefano: «Il formicaio dei miserabili è in gran fermento» contro Grillo. «Clima da psicopolizia», attacca la deputata Paola Pinna dalla trasmissione Piazza Pulita (finita nei giorni scorsi nel mirino del M5S). Infine, a prefigurare una possibile fronda, l’ex Marino Mastrangeli si dice d’accordo con il governo di cambiamento chiesto da Bersani. E quantifica in 60-70 il numero di ex colleghi pronti a inizio legislatura a valutare l’ipotesi di apertura al Pd.IL CAPOGRUPPO MORRA: VENTI SENATORI CON GAMBARO? E' VEROSIMILE"È verosimile che siano circa 20 i senatori che hanno votato contro" il deferimento dell'espulsione di Adele Gambaro alla Rete. Lo ha detto il capogruppo al Senato Nicola Morra lasciando Montecitorio nella tarda serata di ieri. "Per noi non è un problema, anche Beppe aveva previsto che ci sarebbero state defezioni. Chi vuole può andare via".

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