domenica 15 maggio 2016
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La campagna elettorale a Milano si trasferisce in tribunale. Il movimento Cinque Stelle stelle ieri ha depositato al Tar un ricorso urgente per fare chiarezza sulla presunta incandidabilità di Beppe Sala, che corre a sindaco di Milano per il centrosinistra. Motivo del ricorso la notizia, apparsa su alcuni giornali, secondo la quale Sala avrebbe continuato a firmare atti come commissario Expo anche dopo le dimissioni ufficiali e questo doppio ruolo lo renderebbe incompatibile. In pratica, non potrebbe candidarsi a sindaco. Palazzo Chigi ha mandato una nota precisando che le sue dimissioni sono state protocollate il 18 gennaio. Sala ha spiegato di aver firmato «atti formali» come il bilancio, parlando di «accuse surreali». Ma le assicurazioni non sono bastate. Il candidato sindaco dei Radicali, Marco Cappato, ha presentato un esposto in Procura, all’Anac e all’Antitrust. E oggi i pentastellati si sono rivolti al Tribunale amministrativo, mentre per domani è attesa la sentenza del Consiglio di Stato sull’esclusione della lista di Fratelli d’Italia. «Lasciamo decidere al Tar, io sono sereno», le firme «sono atti dovuti», ha commentato l’ormai ex Mr. Expo. Apparentemente il candidato di centrodestra Stefano Parisi non ha voluto seguire la polemica. «Spero che quelle cose vadano nel nulla – ha commentato – io mi confronto con lui e non con trappole amministrative o burocratiche».
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