venerdì 12 aprile 2013
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Dopo le "parlamentarie" arrivano le "quirinarie". Dopo aver selezionato in rete i candidati alle politiche, il popolo del movimento di Beppe Grillo ieri è stato chiamato a scegliere on-line il suo candidato per il Colle. Fino alle 21 di ieri. Sono gli iscritti al 31 dicembre 2012 - su un totale di 250mila - che abbiano inviato i propri documenti digitalizzati entro il 30 marzo e che ieri entro le 10 hanno ricevuto una e-mail di conferma (altro che certificato elettorale...). A questa prima tornata ne seguirà una seconda, il 16 aprile: un ballottaggio esteso ai primi dieci nomi per arrivare al candidato ufficiale del movimento ed evitare il vituperato «inciucio».E sarà ancora la "Casaleggio Associati", l’azienda che cura il blog del comico genovese, a scrutinare i voti. Mentre «un ente terzo verificherà e certificherà la procedura», spiega il deputato Roberto Fico. Accerterà, cioè, che non ci siano stati "infiltrati" e che ciascuno abbia espresso un solo nome. Ma qualcuno avanza dubbi sulla trasparenza: sul numero degli ammessi al voto, infatti, e soprattutto sul nome della società si mantiene ancora il riserbo, che sarà sciolto lunedì al termine della procedura. Che Fico vorrebbe estendere anche alla scelta del candidato premier.Fiato sospeso per i nomi, attesi tra ieri sera e stamani. Ma sulla linea da tenere sono già iniziati i distinguo. Il deputato Adriano Zaccagnini, che dichiara di aver votato per Stefano Rodotà, auspica l’elezione di una «figura alta» che «non nasca dall’inciucio Pd-Pdl». Ma se si andasse al quarto scrutinio, «col Pd valuteremmo tutte le soluzioni». Tra le quali c’è Romano Prodi, personalità che ha «luci e ombre». Insomma un «no». Ma non così netto come quello per Emma Bonino il cui nome è definito «discutibile», anche perché «favorisce la propaganda pro-ogm». Riserve condivise dalla capogruppo alla Camera Roberta Lombardi, che ricorda le posizioni della Bonino «su acqua pubblica, liberalizzazioni e servizi pubblici, antitetiche alle nostre». Sul dialogo con il Pd Fico chiude subito la porta: «Il candidato è quello che uscirà dalla consultazione sul web», e «noi porteremo avanti quel nome e lo voteremo fino in fondo».Il termometro delle preferenze, come sempre, è il blog del leader. C’è chi vorrebbe mandare al Quirinale proprio lui, «il signor Giuseppe Piero Grillo (detto Beppe)». E c’è pure chi azzarda il nome di Casaleggio, chi rispolvera Di Pietro e chi "osa" un Prodi. I nomi che girano sono i soliti: Zagrebelsky, Imposimato, Strada, Fo, Rubbia. Ma a curiosare tra le dichiarazioni di chi ha già votato, i più quotati appaiono la giornalista Gabanelli e il fondatore di Emergency, Gino Strada.Un piccolo caso è nato, infine, dalle parole della Lombardi sul «bisogno e il diritto» di Napolitano di «godersi la sua vecchiaia, di fare il nonno». L’affermazione ottiene qualche titolo di agenzia, finché la grillina ricorda, non senza prendersela con la stampa, che quelle parole sono di Napolitano stesso.

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