sabato 8 settembre 2018
Secondo il Movimento 700 ex deputati hanno fatto ricorso contro la delibera taglia-vitalizi. Di Maio: andatevi a nascondere. Ma il rischio-boomerang per la maggioranza c'è.
Il presidente della Camera Roberto Fico e il vicepremier Luigi Di Maio

Il presidente della Camera Roberto Fico e il vicepremier Luigi Di Maio

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A comunicarlo è il vicepremier e leader M5s Luigi Di Maio su Facebook: "700 ex deputati hanno fatto ricorso per riavere i vitalizi che noi abbiamo abolito e continuare a essere mantenuti a vita dallo Stato come fossero dei nababbi. A questi ex dis-onorevoli, questi 700 vitalizio-dipendenti, consiglio di andarsi a nascondere il più lontano possibile, magari su un eremo. Non conoscono vergogna", attacca Di Maio. "Hanno la faccia tosta - rincara il senatore 5s Primo De Nicola -, la casta si attacca ai privilegi con le unghie e con i denti". Parole che cadono nel giorno in cui il Movimento celebra gli undici anni dal suo "atto di nascita", il Vaffa-day convocato da Beppe Grillo l'8 settembre 2007 a Bologna.

La notizia dei ricorsi era attesa. L'associazione degli ex parlamentari li aveva annunciati sin dal giorno in cui il vertice della Camera Roberto Fico ha ufficializzato la delibera dell'ufficio di presidenza di Montecitorio. "Non abbiamo paura", aveva replicato la terza carica dello Stato. Tra l'altro, in alcuni dei ricorsi si esplicita l'intenzione di rivalersi sui patrimoni personali dei membri dell'ufficio di Presidenza della Camera, da Fico in giù.

La vicenda è comunque più spinosa di quanto sembri. Le opposizioni, in particolare Pd e Fi, sin dall'inizio segnalano che il contenzioso che si aprirebbe con i ricorsisti potrebbe "costare" più dei risparmi ottenuti con la delibera, che ammontano a circa 40 milioni di euro l'anno. La vicenda giudiziaria dei ricorsisti inoltre va ad intrecciarsi con un tema analogo, quello delle pensioni d'oro che M5s vuole tagliare con una proposta di legge che inizia l'esame al Senato. In particolare, è in discussione il concetto - discutibile ma comunque presente nell'ordinamento - del "diritto acquisito".

Proprio Palazzo Madama è lo specchio di tutti i dubbi giuridici che ci sono sul caso-vitalizi. La presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati ha preso tempo e ha ordinato un'istruttoria, disse a suo tempo, per "fare bene e fare presto" un intervento sui vitalizi degli ex senatori. Due linee diverse tra le due Camere che potrebbe essere altro fattore di incertezza giuridica e un altro punto sul quale i ricorsisti giocano la loro partita.

Resta senz'altro il sapore amaro di una vicenda che, nel complesso, stona con lo stato di disagio in larghe fette del Paese, e che quindi poteva essere affrontata con meno sensazionalismo e più giudizio sia dalla parte politica sia dagli ex parlamentari, tra i quali ci sono anche persone che hanno lavorato in Aula pochi giorni.

Va detto, per completezza, che parlare di taglio dei vitalizi è una semplificazione. Il vecchio sistema è stato già abolito dal governo Monti, quindi i parlamentari in carica dalla legislatura del 2013 ricevono un trattamento ai 60 o ai 65 anni molto inferiore a quello dei loro predecessori delle legislature precedenti. La delibera di Montecitorio riguarda chi ha ottenuto quindi i benefici del vitalizio nelle legislature precedenti.

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