venerdì 22 marzo 2019
Round finale prima delle Europee di maggio: è corsa a tre. Il centrodestra unito ci riprova nella Regione 'rossa' post-Pittella. Lo scontro fra Lega e M5s, lista più in crisi
Una veduta di Matera (archivio Ansa)

Una veduta di Matera (archivio Ansa)

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Sono 573.970 gli elettori che domenica 24 voteranno in Basilicata - in 681 sezioni, dalle ore 7 alle 23 - per eleggere il presidente della Regione e i 20 componenti del consiglio regionale (13 in provincia di Potenza e sette in quella di Matera), stando ai dati forniti dalle prefetture di Potenza e Matera. Rispetto al totale degli elettori, le donne sono 291.938, gli uomini 282.032. Tra le curiosità il comune della provincia di Potenza dove vi sono meno elettori è San Paolo Albanese (310, di cui 174 donne e 136 uomini); in provincia di Matera il comune con meno elettori è Cirigliano (387 di cui 213 donne e 174 uomini).

Silvio Berlusconi suona la carica dal San Raffaele, dove è ricoverato per un intervento di ernia: «Avanti tutta, il centrodestra unito vincerà anche in Basilicata». Matteo Salvini gira la regione e da Muro Lucano affonda il suo colpo: «Dopo trent’anni di sinistra con una situazione di strade, sanità ed agricoltura ferma, i lucani possono scegliere il cambiamento».

È partito deciso l’assalto finale: dopo il Molise, l’Abruzzo e la Sardegna, il centrodestra ora vuole conquistare anche la Basilicata. Siamo ai titoli di coda. Domenica si vota e le ultime ore saranno quelle decisive. E intanto sono già molti a fare i conti con l’incognita astensionismo che potrebbe ancora condizionare la sfida a tre: c’è il centrosinistra che dopo il passo in- dietro di Marcello Pittella (indagato nell’ambito dell’inchiesta della procura di Matera sulla sanità lucana e dimessosi lo scorso 24 gennaio) è riuscito a convergere unito sul farmacista, classe 1957, Carlo Trerotola. C’è il centrodestra che si è ricompattato sul generale (in pensione) della Guardia di Finanza Vito Bardi, classe 1951 e quattro lauree. E c’è il M5s guidato da Antonio Mattia, originario di Potenza, 47 anni, laurea in Giurisprudenza, piccolo imprenditore che ha fondato “ Play Planet”, un franchising specializzato nel tempo libero delle famiglie e nella organizzazione di feste di compleanno.

È insomma sfida a tre e i 5 stelle sembrano quelli con più difficoltà. Il Movimento (primo partito alle politiche con un plebiscitario 44,4 per cento) fatica e Luigi Di Maio prova a resistere attaccando duramente sia la Lega sia il Pd: «Se la Lega s’è presa gli uomini di Pittella, come possiamo considerarla il cambiamento? Al governo abbiamo un contratto di governo, ma al livello locale tra noi e loro ci sono distanze abissali. Il cambiamento non possono essere loro». Salvini, nelle ultime uscite pubbliche, evita di attaccare frontalmente l’alleato di governo anche perché la strategia scelta sembra pagare. Sia a livello nazionale sia a livello locale.

La Lega corre con il traino di Salvini (oggi sarà a Pomarico, Matera e Ferrandina) e anche in terra lucana potrebbe triplicare i voti rispetto alle politiche del 2018: in Basilicata era al 6,3 per cento è oggi pare accreditata dai sondaggi tra il 15 e il 20. Il centrodestra sente odore di vittoria e Gaetano Quagliariello, il leader di Idea-Un’Altra Basilicata, una delle liste che sostengono il generale Bardi avvisa: «La conquista della Basilicata significherebbe la caduta del muro nella Regione più rossa del Mezzogiorno, dove è più asfissiante il controllo statale e tutto dipende dalla dimensione pubblica. La priorità è uscire da un sistema di controllo clientelare per passare a un modello di sviluppo da applicare a ogni ambito strategico, iniziando dal petrolio rispetto al quale bisogna smetterla di procedere per 'marchette' e pensare invece a come farne un elemento di sviluppo e di rilancio dell’occupazione per tutta la Regione».

Ecco la partita vera. Il governo del territorio lucano è strategico dal punto di vista economico. In Basilicata, il 'Texas d’Italia', vengono estratti oltre l’80 per cento del petrolio e circa il 14 per cento del gas italiani. Dal 2018, grazie alle royalties pagate dalle compagnie petrolifere (Eni in testa) per le concessioni, nelle casse della Regione sono arrivati 2,2 miliardi. Un tesoro che ha consentito ai lucani di usufruire di importanti sgravi fiscali e alla Regione di investire con forza su trasporti, sanità e istruzione. Fino ad oggi il forziere è stato sempre gestito da partiti di centrosinistra. Stavolta però la partita è sicuramente aperta. Il centrodestra è sul territorio lucano al gran completo.

E da Pietragalla, un centro in provincia di Potenza, si fa sentire anche Giorgia Meloni: «L’Italia ha bisogno di infrastrutture, di sviluppo e di essere collegata alla rete europea. Noi di Fratelli d’Italia non vogliamo soltanto che si finisca la Torino-Lione: vogliamo portare l’Alta velocità nel Sud Italia, vogliamo portarla fino a Palermo, vogliamo il Ponte sullo stretto di Messina e vogliamo che le regioni che sono completamente isolate possano portare le loro bellezze e i loro prodotti ovunque nel mondo». Ecco i grandi temi su cui si gioca la sfida in Basilicata: infrastrutture e occupazione su tutti. E non a caso M5s, centrodestra e centronistra (anche il neo leader del Pd Nicola Zingaretti sarà oggi a Matera con Trerotola per chiudere la campagna elettorale) è proprio su questo che dibattono.

Da registrare poi c’è l’outsider Valerio Tramutoli, classe 1957, docente di fisica all’Università della Basilicata, candidato presidente alla guida della lista civica 'La Basilicata Possibile' che ha ricevuto in un video l’appoggio anche dell’ex ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, e del suo movimento 'Diem25'. «In dieci anni vogliamo fare della Basilicata la prima regione 'carbon free' d’Europa, oltre a trasformarla in un posto dove i giovani possano restare».

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