lunedì 27 settembre 2021
È stato iscritto nel registro degli indagati a Verona per cessione e detenzione di stupefacenti. Gli attacchi social, la difesa di Salvini
Luca Morisi, ex responsabile social di Salvini, indagato per droga

Ansa

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«Più mi attaccano più mi danno forza per liberare questo straordinario Paese. E io non mollo e non mollerò mai». Il leader della Lega Matteo Salvini, alla manifestazione di chiusura della campagna elettorale per le comunali a Milano, ha provato a caricarsi e a caricare i suoi dopo una giornata a dir poco pesante.

In mattinata, Salvini ha dovuto prima esprimere vicinanza anche umana a Luca Morisi, indagato a Verona per aver ceduto della droga («un fatto banale», la versione della Procura, che però sembra lavorare anche su altri aspetti della vicenda), poi ha bacchettato Giancarlo Giorgetti, sempre più leader silenzioso ma autorevole del Carroccio, per aver preso le distanze dalle candidature del centrodestra a Roma e a Milano. «Bernardo e Michetti – ha replicato il capo del Carroccio – saranno degli ottimi sindaci».

Salvini, amico di Morisi, ex guru dei social della Lega, lo ha difeso a spada tratta, ribadendogli fiducia e vicinanza.

Tuttavia, la storia è di tale portata che ha messo a dura prova il segretario, a maggior ragione a pochi giorni da un importante appuntamento elettorale, in cui la sua stessa leadership nel centrodestra è da settimane in discussione, con Giorgia Meloni a guidare la fronda.

Ma per Morisi, sui social leghisti, è scoppiata la bufera: i messaggi e i post di indignazione, protesta e sfottò sono stati innumerevoli. Proprio il terreno in cui l’ex guru della Lega con la sua abilità ha lanciato la leadership del "Capitano". Il clima è stato quello di contestazione alla cosiddetta "Bestia", la macchina della propaganda messa in piedi proprio da Morisi. In tanti ora gli rinfacciano i suoi messaggi, spesso crudi, contro spacciatori e migranti. Poi, in tantissimi hanno twittato il "meme", la foto modificata, ormai virale, con Salvini che citofona a casa Morisi per chiedere «Lei spaccia?», ironizzando amaramente sulla controversa citofonata al presunto spacciatore del Pilastro a Bologna.

«Lui è stato il cervello ideatore di tutte le aggressioni personali contro di me e contro di noi nella scorsa legislatura – ha detto Matteo Renzi, leader di Italia Viva –. Non faremo a Morisi quello che la Bestia ha fatto a noi in vicende molto meno serie. Noi siamo orgogliosamente rispettosi della persona umana e della civiltà della politica».

Dentro la Lega c’è chi è arrivato anche a ipotizzare, a microfoni spenti, che la tempistica delle indagini sia sospetta. E che il vero obiettivo di tutto ciò sia proprio Salvini. Congetture, visto che lo stesso Morisi ha chiesto scusa: «Non ho commesso alcun reato, ma la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo. Chiedo innanzitutto scusa per la mia debolezza e i miei errori a Matteo Salvini e a tutta la comunità della Lega, a mio padre e ai miei familiari, al mio amico di sempre Andrea Paganella a fianco del quale ho avviato la mia attività professionale, a tutte le persone che mi vogliono bene e a me stesso».

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