venerdì 26 aprile 2013
​Firmato un Protocollo d’intesa tra ministero dell’Ambiente, Prefettura, Comune di Napoli e consorzio Ecopneus: raccolta straordinaria di 25 milioni di gomme. (Antonio Maria MIra)
VAI AL DOSSIER
COMMENTA E CONDIVIDI
Nuova, importante e concreta iniziativa nella lotta ai roghi tossici di rifiuti. Nei prossimi giorni scatterà un programma straordinario per ripulire la provincia di Napoli dagli pneumatici abbandonati che vengono usati dagli incendiari per innescare e alimentare i roghi. Lo prevede un protocollo d’intesa firmato dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, dal prefetto di Napoli, Francesco Antonio Musolino, dal sindaco della città partenopea, Luigi De Magistris e da Giovanni Corbetta, presidente di Ecopneus, il principale consorzio (costituito dai principali produttori e importatori di copertoni) che si occupa della raccolta, trattamento e smaltimento degli pneumatici fuori uso. Attualmente, come raccontato da Avvenire lo scorso agosto nell’inchiesta sulla "terra dei fuochi", in giro per la regione ci sono circa 25 milioni di pneumatici abbandonati, più di 250mila tonnellate. Mentre lo smaltimento legale non raggiunge il 20 per cento. Un grave fenomeno favorito dal fatto che circa il 40 per cento del mercato è in nero. Così non è un caso che tra il 2005 e il 2011 siano state sequestrate in Campania ben 225 discariche abusive di pneumatici, quasi il 17 per cento di tutti i sequestri in Italia, con una superficie di più di un milione di metri quadri. Combustibile a costo zero per gli incendiari di rifiuti tossici, dannosissimo per salute e ambiente. Ecco, dunque, l’importanza del protocollo che prevede: che siano prelevati e avviati ad un sistema di gestione autorizzato gli pneumatici abbandonati nel territorio della provincia; che sia assicurata la gestione di questi materiali nel rispetto della normativa vigente, con tracciamento e rendicontazione; una campagna di informazione nei confronti degli utilizzatori di pneumatici e degli operatori del settore per contrastare e prevenire il fenomeno. Ci sono poi impegni molto precisi per le amministrazioni locali e per Ecopneus. E anche i soldi. Il comune di Napoli e gli altri comuni della provincia che dovessero aderire (ma è probabile l’allargamento anche alla provincia di Caserta), si impegnano a rintracciare e raccogliere gli pneumatici abbandonati e a conferirli ai centri idonei e autorizzati, in modo da consentirne il prelievo da parte degli operatori incaricati da Ecopneus. Si supera così il problema legato al decreto n.82 dell’11 aprile 2011 che impediva a Ecopneus la raccolta diretta degli pneumatici abbandonati. Non mancano neanche i fondi. Il progetto è infatti finanziato in questa prima fase, che partirà subito, con un milione e mezzo di euro messi a disposizione da alcuni produttori e importatori di pneumatici che finanziano il programma con i loro avanzi di gestione. Oltretutto gli pneumatici fuori uso possono essere anche fonte di reddito, col recupero di materiali e la trasformazione in materie prime/seconde da utilizzare, ad esempio, in edilizia o per la bitumazione delle strade. Molto soddisfatto il ministro Clini. «Gli pneumatici quando bruciano in modo irregolare sono altamente inquinanti e rappresentano quindi un pericolo per l’ambiente e per la salute dei cittadini. I roghi sono anche un fattore di allarme sociale in un’area in cui forte è la presenza della criminalità organizzata che prospera anche sul business dei rifiuti. Intervenire per eliminare gli pneumatici abbandonati e avviarli ad un corretto riciclo e smaltimento rappresenta quindi una operazione di grande valore ambientale ma anche un segnale forte dello Stato nella lotta alle ecomafie».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: