giovedì 30 marzo 2017
In Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia non viene raggiunta la soglia minima delle cure garantite alla popolazione dal Servizio sanitario. Assistenza domiciliare e screening dei tumori al palo
Beatrice Lorenzin

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Ci sono 5 regioni italiane in cui la sanità non va certo bene. Dove secondo lo stesso ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, non viene raggiunta la soglia minima delle cure garantite alla popolazione dal Servizio sanitario. Stiamo parlando di Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia. Il ministro arriva a fare queste affermazioni anticipando i dati della misurazione di qualità dei servizi sanitari italiani relativi al 2015 (Griglia Lea 2015). Tra l'altro nelle ultime 3 regioni elencate il dato è peggiorato rispetto all'anno precedente.

Nel complesso "i conti in questi anni sono molto migliorati anche se ci sono ancora troppe regioni commissariate o in piano di rientro che riescono a non andare in rosso solo grazie alle coperture, ovvero all'aumento delle aliquote fiscali previste dai piani di rientro o a risorse proprie di bilancio", spiega Lorenzin in un'intervista all'agenzia Ansa. E aggiunge: "Nel 2007 il disavanzo, senza le famose coperture, di tutte le regioni in Piano di rientro (Piemonte, Abruzzo, Puglia e Sicilia sono in piano di rientro mentre Molise, Campania, Calabria e Lazio sono anche commissariate) era di 4,1 miliardi di euro, nel 2015 era sceso a 427,4 milioni di euro e nel 2016, sulla base dei dati provvisori in nostro possesso, è diminuito a poco più di 300 milioni".

Ma se possiamo dire "che i piani di rientro e i commissariamenti hanno funzionato sotto il profilo economico, lo stesso non può dirsi per le cure - sottolinea il ministro -. Attraverso il sistema di monitoraggio dei Lea, il ministero verifica continuamente lo stato di salute della Sanità del Paese e in alcuni casi i progressi non sono stati molti. Anzi, alcune Regioni hanno addirittura peggiorato i risultati. Insomma sul fronte dell'erogazione delle cure, i piani di rientro e i commissariamenti hanno mostrato molte lacune".

"In troppe regioni - insiste Lorenzin - ci sono molte difficoltà nel potenziamento della assistenza territoriale. In particolare, nell'assistenza domiciliare, numero dei posti letto per assistenza residenziale, assistenza ai disabili, coperture vaccinali, screening del tumore a colon-retto, mammella e cervice uterina".

Per invertire questa tendenza secondo il ministro si dovrebbe "agire in maniera più mirata: possiamo per esempio pensare di ridare alle regioni la capacità decisionale completa, senza alibi. Ma noi come stato centrale dovremmo tempestivamente intervenire commissariando le singole aziende sanitarie a fronte
di standard bassi di erogazione dei servizi sanitari ai cittadini. Vuol dire che il direttore generale, amministrativo, sanitario lo decidiamo noi dando un tempo definito per la riorganizzazione della singola azienda ed esercitando poteri sostitutivi completi".


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