sabato 9 marzo 2019
Sull’esempio dell’attivista svedese Greta, anche gli studenti scendono in piazza per salvare il pianeta. Ieri le prove generali dello sciopero globale indetto per venerdì prossimo in cento città
Un momento del presidio "Friday for future" organizzato ieri a Roma, in piazza del Popolo

Un momento del presidio "Friday for future" organizzato ieri a Roma, in piazza del Popolo

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Viaggiano con le borracce al posto delle bottigliette d’acqua. Si portano da casa i sacchetti di tela per far la spesa. In mensa utilizzano le posate di alluminio e si spostano in autobus o in bicicletta. Sono i nuovi giovani 'green'. Gli italiani under 18 e poco più che ventenni che ogni venerdì, dallo scorso mese di dicembre, occupano con pochi e tanti numeri le piazze d’Italia davanti ai Comuni e ai palazzi del potere.

È l’onda verde italiana dei 'Fridays for future' (i venerdì per il futuro, ndr). Il movimento partito da Stoccolma, lo scorso dicembre con la sedicenne svedese ormai divenuta star mondiale, Greta Thunberg. «Ho letto di lei per caso, su internet, me ne aveva parlato una mia amica che fa la volontaria per Greenpeace e mi sono detta, beh cavolo allora si può fare anche qui, a Roma» inizia così il racconto di Francesca, 18 anni, liceale. Ieri pomeriggio era in piazza del Popolo, come ormai fa da diverse settimane, ogni venerdì alle 14. A differenza del movimento globale (che per provocazione, ogni venerdì indicono lo sciopero scolastico 'Se i politici non ascoltano gli scienziati, perché dovrei studiare?') gli attivisti italiani occupano la piazza finite le lezioni in classe. Anche se invece, lo faranno, per la prima volta, a livello nazionale, venerdì prossimo 15 marzo, data in cui si svolgerà il primo sciopero nazionale in nome del cambiamento climatico. «La prima volta che ho manifestato era venerdì 11 gennaio, eravamo in tre – prosegue Francesca – ci siamo trovati in piazza Montecitorio e in quell’occasione, ricordo, abbiamo attirato la curiosità soprattutto dei turisti. Ma volevamo sensibilizzare i romani e lì c’era poco passaggio, abbiamo così deciso di spostare il presidio in piazza del Popolo». E così, ogni venerdì, l’appuntamento è in piazza del Popolo alle 14. Anche da Piazza della Scala, a Milano e in molte altre città da nord a sud Italia, ogni venerdì, i giovani chiedono a gran voce a tutti i politici di rispettare gli accordi di Parigi 2015 contro il surriscaldamento globale.

Dall'Australia all'Europa. Così il movimento studentesco per il clima è divenuto globale di Daniele Zappalà

«L’Ipcc (il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, ndr) prevede che, se continuiamo al ritmo attuale e superiamo di 1,5°C l’aumento di temperatura media globale rispetto al periodo pre-industriale, vari feedback loops (meccanismi irreversibili, come ad esempio lo scioglimento delle regioni perennemente ghiacciate) entreranno in azione provocando un improvviso aumento della temperatura – si legge sulla prima pagina del sito 'Fridaysforfuture.it' – A quel punto la situazione sarebbe totalmente fuori controllo e nessun intervento umano sarà più possibile. Per evitare questo rischio concreto, dobbiamo dimezzare le emissioni globali di CO2 entro il 2030 e azzerarle al 2050». Abbiamo solo 11 anni, quindi, per cambiare marcia e invertire la tendenza. Fra 11 anni questi ragazzi saranno poco più che trentenni. Con una vita intera davanti. Hanno capito che non bisogna perdere tempo, e chiedono ai politici di mettere in pratica tagli importanti nelle emissioni di anidride carbonica. «Mi preoccupano le prospettive future e gli allarmi degli scienziati – prosegue Francesca – penso al rischio reale e alle persone a cui voglio bene. Penso che posso fare qualcosa, e lo devo fare adesso. Lo dobbiamo fare tutti». Anche Martina è in piazza. Ha iniziato a seguire Greta Thunberg su Instagram e da lei è arrivata ai suoi coetanei italiani. Ha 18 anni e frequenta il liceo Classico. «In queste ultime settimane siamo passati dall’essere in 15 a più di cinquanta» racconta con orgoglio. Ma ci sono anche gli adulti. I genitori dei ragazzi poco più che adolescenti (l’ultimo venerdì si sono visti in piazza del Popolo a Roma, anche tre studenti delle scuole medie) ma anche cittadini comuni. Ognuno si presenta con un proprio cartello. Un pensiero libero, qualsiasi slogan riferito all’ambiente. Come 'Non esiste un Pianeta B', 'Cambiamo il mondo', 'La sopravvivenza dell’umanità vale più dei profitti del petrolio'.

Fra una settimana saranno più di 100 le città mobilitate per il primo sciopero italiano dei 'Fridays for future'. Da Alba ad Ancona, da Firenze a San Severo, passando per Milano, Roma, Torino, Bologna e Napoli. Su Facebook e su Whatsapp è un tam tam di messaggi, luoghi di ritrovo ed orari. Dalle 9 alle 13 centinaia di ragazzi - senza alcun simbolo di partito, sottolineano - chiederanno a gran voce di cambiare il passo per fermare il cambiamento climatico.

Intanto qualcosa si muove. Proprio ieri in Friuli Venezia Giulia è stata votata una mozione che impegna la Giunta ad elaborare in tempi rapidi una strategia e un piano d’azione di adattamento ai cambiamenti climatici e dei loro impatti più significativi sul territorio. La mozione invita anche la Giunta ad incontrare una delegazione di giovani studenti 'Fridays for future'.

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