mercoledì 20 ottobre 2010
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L'inserimento del valore retroattivo nel testo del lodo costituzionale per le alte cariche che andrà all’esame del Senato ricompatta le opposizioni. Contraria anche l’Udc che aveva aderito all’ipotesi originaria. «Penso sia una scelta sbagliata», dice Pier Ferdinando Casini anche se poi annuncia astensione al testo nel suo compesso. La perplessità però pesa anche per il ruolo che un uomo dell’Udc come Michele Vietti riveste al vertice del Csm. E si sfila anche Api: «La nostra disponibilità non può significare l’immunità sempiterna anche per procedimenti riferiti a reati precedenti», dice Pino Pisicchio.Ma se è pesante il tirarsi fuori dell’Udc e dell’Api, durissima, nei toni, è la critica delle altre opposizioni. Appena arrivata la notizia dal Senato in Transatlantico Pierluigi Bersani e Antonio Di Pietro si fanno incontro ai giornalisti che li attendono al varco. Il segretario del Pd parla di provvedimento «vergognoso». «Viaggiamo ai limiti dell’assurdo – afferma –. È indecoroso e vergognoso pensare di procedere ad una assoluzione per via parlamentare. Faremo barriera con tutte le forze che abbiamo»; avverte. Ma Bersani critica anche il via libera dei finiani: «Loro – ammette – hanno sempre detto che avrebbero votato il Lodo Alfano». Ma, aggiunge, trovo che «anche una norma costituzionale fatta nel pieno di una vicenda che riguarda una persona resta una legge ad personam. Evidentemente, sottolinea Bersani, «Fli non fa questa valutazione, a me sembra un elemento di incoerenza». «Non ci stupisce, la norma era fatta per quello – interviene il capogruppo alla Camera Dario Franceschini. –. È una vergogna, ora devono spiegare».Non meno dura la reazione dell’Italia dei Valori. Di «vergogna» parla anche il capogruppo al Senato Felice Belisario. «Così si prepara la strada dell’immunità per Berlusconi se andrà al Quirinale» sostiene il senatore Francesco "Pancho" Pardi. E per Di Pietro «è stato smascherato anche il finto ritorno alla legalità di Fli, che al primo passaggio vero ha appoggiato una norma che garantisce l’impunità al premier. Siamo alla caduta della democrazia e dello stato di diritto». Poi Di Pietro si rivolge al presidente della Camera: «Facciamo un ultimo appello a Fini – dice – perché in Aula dica ai suoi parlamentari di non cedere al ricatto».
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