lunedì 25 ottobre 2010
Italo Bocchino sostiene che Futuro e Libertà è pronta a un governo tecnico ed, eventualmente, anche a un'alleanza elettorale di emergenza «a prescindere dalla provenienza politica. L'obiettivo è cambiare la legge elettorale e intervenire sulla crisi».
COMMENTA E CONDIVIDI
Il destino parlamentare del lodo Alfano continua ad agitare le acque nella maggioranza e non pare tramontata la possibilità di un esecutivo tecnico. A rilanciare l'ipotesi è stato Italo Bocchino: Futuro e Libertà, ha detto, è pronta a un governo tecnico ed, eventualmente, anche a un'alleanza elettorale di emergenza «a prescindere dalla provenienza politica. L'obiettivo è cambiare la legge elettorale e intervenire sulla crisi». «Futuro e Libertà chiarisca al proprio interno - ribatte Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera del Pdl - non si può stare in una maggioranza, con autorevoli esponenti al governo come il ministro Andrea Ronchi, e prepararne un'altra».All'ipotesi di governo tecnico si oppone anche la Lega che, in caso il centrodestra imploda, non vede altra strada che le elezioni in caso si arrivi a una rottura tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi. «Fini è preda di un cortocircuito della provocazione, ma penso che i due hanno entrambi interesse a non fare troppo casino e a trovare la quadra», ha detto Umberto Bossi intervistato nell'ultimo libro di Bruno Vespa. «Certo, se Berlusconi su ogni cosa deve andargli a chiedere i voti, la strada diventa molto stretta e si corre il rischio di nuovo di andare al voto», ha ammonito. E se si va alle elezioni, ha tenuto a ribadire anche oggi, «non è un colpo di Stato, perché si è già fatto in passato». E sull'ipotesi di un governo di transizione il Pdl ha chiesto un chiarimento politico a Fli. «La sola discussione sulla possibilità di un esecutivo tecnico rappresenta uno schiaffo alla volontà popolare», ha detto il portavoce Daniele Capezzone. Di certo la discussione sul lodo Alfano non contribuisce a stemperare la tensione. Dopo la chiusura di Fini sulla reiterabilità dello scudo, Fli sembra però non voler chiudere la porta dialogo. «Aspettiamo di vedere il testo con le modifiche. È opportuno fermarsi e pensarci un po'», haspiegato Benedetto Della Vedova.Ma se si dovesse arrivare al referendum, ha tenuto a chiarire Carmelo Briguglio, «la stragrande maggioranza degli elettori finiani voterebbe contro». Difficile invece, ha aggiunto il ministro Gianfranco Rotondi, che la questione sparisca dall'agenda politica: «Credo che il PdL non lo ritirerà», ha detto.BERSANI E IL REFERENDUMIl lodo Alfano sarà «spazzato via dal referendum. Quindi di che stiamo parlando?'». Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, in una intervista in tv.  Alla domanda se considerasse irrituale la lettera di Napolitano al presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato, il segretario del Pd ha risposto: «Non so se sia irrituale. Il presidente si preoccupa dei profili essenziali, quello del capo dello Stato e quello del presidente del Consiglio che sono deformati dal lodo Alfano. Le pare possibile - ha quindi domandato - che da mesi siamo attorno a una legge aberrante che spazzeremo via con un referendum mentre il Paese ha altri problemi, come il lavoro e il fisco? Il Paese non ha la barra, è abbandonato». «Il Paese ha tanti problemi - ha insistito - e invece ci dobbiamo occupare tutti dei problemi di un uomo solo». Alla domanda su quale sià l'atteggiamento del Pd dopo il no di Fini alla reiterabilità dello scudo, Bersani ha replicato: «Noi non c'entriamo nulla, facciano tutto loro da soli. Altro che 12 mesi - ha proseguito - non durerà neanche 12 giorni. I due terzi dei voti in Parlamento non ci saranno mai e si andrà al referendum e gli italiani, sono sicuro, non lo vorranno confermare». Sulla bozza di legge del lodo Alfano «ci sono da un lato le preoccupazioni giuste del presidente Napolitano, dall'altro il nodo della reiterabilità: sono due macigni che vanno rimossi». Lo dice il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, a margine di una visita al pronto soccorso pediatrico del Policlinico Umberto I. «Sulla reiterabilità siamo contrarissimi. È evidente, l'abbiamo detto fin dall'inizio - scandisce Casini - è giusto mettere al riparo le alte cariche da una sorta di permanente guerriglia, ma non è accettabile una reiterabilità del lodo come è stata impostata in Commissione al Senato». Quanto alla posizione del suo partito, il leader Udc dice che la linea dell'astensione sarà valutata: «Vedremo, tireremo le somme alla fine. Noi ci siamo dichiarati disponibili a contribuire a un clima di serenità e abbiamo lavorato per rendere più sereno il rapporto tra Magistratura e politica». «Il lodo Alfano poteva essere accettabile, ma - avverte Casini - come al solito la maggioranza tira troppo la corda e questa rischia di spezzarsi. Mi auguro che adesso nella maggioranza qualcuno ragioni e che non prendano il volo solo i falchi, ma anche qualche colomba, perché esagerare significa non arrivare a niente».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: