martedì 26 maggio 2020
Oltre ai dati sanitari preoccupa l'emergenza economica: «Pieni di richieste, anche di nuovi poveri: se prima la media degli assistiti era di circa 400 persone, adesso è praticamente raddoppiata»
Lo strano caso del Molise, da modello a osservato speciale
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Unica Regione italiana senza una data per la fine del contagio e ancora tra le sorvegliate speciali, assieme a Lombardia e Umbria. Messa così, la fotografia che arriva dal Molise è a tinte fosche.

«In realtà – risponde Oreste Florenzano, direttore generale dell’unica Asl molisana, che comprende entrambe le province di Campobasso e Isernia – abbiamo avuto un picco tra il 7 e il 14 maggio scorsi, per un comportamento improvvido durante un funerale, con 90 nuovi casi positivi su quelli che prima erano poco più di 300. Non spetta a me fare valutazioni sui calcoli e sui dati che trasmettiamo al ministero, anche in questa fase 2, ma gli indicatori da tenere in considerazione sono anche altri ». E quelli che il ministero richiede e valuta sono ben 21 «la maggior parte dei quali non danno adito ad alcuna preoccupazione eccessiva, anche se ovviamente manteniamo la guardia alta », aggiunge Florenzano.

Su numeri relativamente piccoli (il Molise ha circa 300mila abitanti) il campione rischia di non essere significativo e anche le fluttuazioni danno picchi che rischiano di passare per enormi, senza però far comprendere la tendenza del contagio.

I numeri incontrovertibili sono quelli del totale dei positivi (finora 423) dei 22 decessi e dei soli 2 posti occupati in terapia intensiva. Negli ultimi 5 giorni, inoltre, un solo caso di positività e, tra i malati mandati a casa, anche tre dei partecipanti al funerale che ha scatenato il focolaio. «Non c’è dunque un contagio diffuso – conclude il direttore generale della Asl molisana – ma un monitoraggio costante sì, anche perché qui abbiamo importanti realtà private che richiedono l’esecuzione dei tamponi anche in fase di ricovero, come mera misura previdenziale. E anche per questo abbiamo acquistato 3 macchinari per una metodologia innovativa e processare i tamponi in 30 minuti».

Sempre a proposito di eccellenze innovative che arrivano da questa piccola regione, va segnalato anche lo studio 'Moli-sani' avviato dalla Neuromed di Pozzilli, un progetto epidemiologico per analizzare gli effetti del coronavirus e del lockdown sulle abitudini di vita e la salute delle persone. Migliaia di molisani saranno così coinvolti in una ricerca per capire come l’emergenza ha avuto riflessi sia sulla salute generale che sul benessere psicofisico.

Ma se l’emergenza sanitaria non è poi così allarmante, anche in Molise tiene invece banco quella economica. «Siamo pieni di richieste, anche di nuovi poveri: se prima la media degli assistiti era di circa 400 persone, adesso è praticamente raddoppiata», racconta don Alberto Conti, parroco di Castelguidone e direttore della Caritas di Trivento. E sono numeri per niente piccoli, in una diocesi di 50mila abitanti e fatta di paesini tra le province di Campobasso e Isernia fino a sconfinare nel vicino Abruzzo, dove un’economia di tipo 'familiare' aveva sempre affrontato e risolto qualsiasi crisi. «Ma adesso è diverso – riprende il sacerdote – perché ci sono famiglie che di punto in bianco si sono trovate senza più un euro in tasca, anche per l’ordinario, la spesa e le bollette. La crisi più forte la sto notando nel settore della ristorazione, ma anche nell’edilizia, con i cantieri fermi da mesi. Abbiamo dovuto perfino utilizzare una chiesa come magazzino Caritas per raccogliere e distribuire i generi, tanta è la richiesta. E siamo ripartiti con il numero antiusura, perché arrivano segnalazioni di strozzini che cercano di approfittare del dramma».

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