mercoledì 4 maggio 2016
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La legge sui partiti presentata in Commissione salva il Movimento 5 Stelle Il Pd rinuncia alla cosiddetta 'norma anti M5S' nella legge sui partiti, ma incalza il Movimento sul piano della trasparenza interna. Si può leggere così il testo unificato sulla legge sui partiti che il relatore Matteo Richetti (Pd) ha presentato in Commissione affari costituzionali della Camera. In esso infatti non c’è l’esclusione dalle elezioni per i partiti o movimenti che non hanno uno statuto, come prevedeva la proposta di legge del Pd a prima firma di Lorenzo Guerini. In compenso ci sono obblighi di trasparenza a cui anche Il Movimento 5 Stelle dovrà adeguarsi come tutti i partiti e movimenti. L’attuale normativa sui partiti, varata dal governo Letta con il decreto che ne tagliava i finanziamenti, obbliga partiti e movimenti ad avere uno statuto e ad iscriversi ad un Registro. Ma non sono previste sanzioni per chi non ottemperava a questo obbligo, se non l’esclusione dai benefici fiscali (due per mille) a cui comunque il Movimneto 5 Stelle non ricorre. In Commissione erano state presentate varie proposte di legge: quella di Guerini risolveva la questione sanzionando con l’esclusione dalle elezioni i partiti o movimenti che non hanno statuto. Il renziano Richetti ha presentato ieri un testo unificato di tutte le varie proposte, in cui c’è un doppio binario. Oltre ai partiti che hanno uno statuto e che sono iscritti all’apposito registro, e che beneficeranno del 2 per mille, i movimenti potranno limitarsi – al momento delle elezioni – a presentare una «dichiarazione di trasparenza», che indica pochi «elementi minimi»: rappresentante legale del movimento e la sua sede legale; gli organi del movimento e la loro composizione e «le relative attribuzioni»; «le modalità di selezione dei candidati per la presentazione delle liste». L’esclusione dalle elezioni scatterà solo se non verrà presentata questa «dichiarazione di trasparenza». Danilo Toninelli, del Movimento 5 Stelle, ha detto di dare per «scontata» l’esclusione della norma anti-M5S perché sarebbe stata «incostituzionale ». Soddisfatto anche il presidente della Commissione, Andrea Mazziotti (Scelta Civica) e il presidente del Gruppo Misto, Pino Pisicchio. Richetti ha convinto tutti nel Pd dell’impraticabilità dell’obbligo di Statuto, che avrebbe portato a una legge contro M5S. Tuttavia ora il Movimento – se la legge verrà approvata – dovrà compiere dei passi nella trasparenza che oggi non ha. Per esempio, non si sa quali sono le attribuzioni (cioè i poteri) dell’unico organismo, il Direttorio. E via dicendo. E tanto M5S quanto gli altri partiti dovranno adeguarsi ad altri standard di trasparenza, a partire dal diritto di ciascun iscritto di conoscere chi sono gli altri iscritti, potendo consultarne l’elenco. Quanto ai finanziamenti da parte di privati il testo di Richetti prevede la tracciabilità per tutte le donazioni tra i 5.000 e i 15.000 euro, con una dichiarazione congiunta del donatore e del partito o movimento che riceve i soldi; oltre i 15.000 euro la donazione è pubblicata on line. Insomma, dice il capogruppo del Pd Ettore Rosato, «nessun passo indietro piuttosto due passi avanti sul tema della trasparenza, anche sui finanziamenti». Nel testo, su cui potranno essere presentati emendamenti martedì prossimo, non c’è alcuna norma sulle Fondazioni per le quali invece il Movimneto 5 Stelle chiedeva delle limitazioni nei finanziamenti. Su questo punto c’è da aspettarsi un acceso dibattito. Agli Affari costituzionali della Camera il testo base sulla riforma frutto di un lungo dibattito e di 18 proposte portate avanti da tutte le forze politiche
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