giovedì 5 aprile 2012
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Un solo altro nome compare nei registri degli indagati di tutte le procure - Milano, Napoli e Reggio Calabria - che si stanno concentrando sul lavoro dell’ex tesoriere della Lega Nord, Francesco Belsito. È quello di Stefano Bonet, per gli amici lo “Shampato”, un imprenditore veneto di 46 anni che fa capo a una serie di società dei settori dell’ambiente e dell’innovazione tecnologica. Gli investigatori si sono imbattuti in un intreccio di interessi e di operazioni economiche portate a termine dallo Shampato anche, sostiene il gip reggino, “giovandosi del patrocinio politico del Belsito”.Per entrambi, fra le accuse ci sono quella di riciclaggio e di appropriazione indebita, quest’ultima per i soldi della Lega che sarebbero stati dirottati altrove. Gli amici dello “shampato” lo chiamano così quando - annotano gli investigatori – fra loro, per telefono, parlano “con toni negativi del suo look”. Dalle intercettazioni emergono alcuni scambi considerati “sospetti” dagli inquirenti: soldi che sarebbe stati consegnati a Belsito da un uomo di fiducia di Bonet e nascosti in un cappello, e una Porsche data in pagamento, sempre da Bonet a Belsito, per una intermediazione. È sempre Bonet che, parlando di un pagamento con la segretaria, taglia corto spiegandole: “È un’operazione politica e bisogna pagare. Fine della questione”. La coppia Belsito-Bonet sarebbe protagonista dell’affaire Tanzania-Cipro: diversi milioni di euro - almeno sei - trasferiti all’estero ma provenienti dalle casse della Lega.I magistrati reggini sospettano che in alcune di quelle operazioni siano stati riciclati soldi della ’ndrangheta. La cerniera fra la malavita e il duo Belsito-Bonet sarebbe Romolo Girardelli, genovese di 53 anni, detto l’Ammiraglio, già indagato dalla Direzione distrettuale antimafia come presunto complice nella protezione di un latitante e considerato dagli inquirenti un “procacciatore di grandi affari”. Nelle carte dell’affaire compare anche l’italo-cipriota Paolo Scala - indagato a Milano e Reggio Calabria - che il gip reggino definisce “gestore dei fondi esteri del gruppo di imprenditori che ruota intorno alle figure di Bonet, Girardelli e Belsito”. Scala è stato interrogato ieri, ed agli inquirenti non avrebbe fornito tutte le risposte che essi si aspettavano.

Ma a legare l’Ammiraglio a Belsito-Bonet ci sarebbe altro. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il figlio di Girardelli è socio del tesoriere della Lega in un’agenzia immobiliare di Genova, mentre lui stesso è responsabile dello sportello genovese della Polare, società di innovazione tecnologica riconducibile a Bonet. Per i magistrati, quello sportello è stato aperto per “sfruttare l’operatività” del gruppo riconducibile a Belsito “per accaparrarsi commesse da parte delle più importanti compagini societarie genovesi, in particolare Grandi Navi Veloci e Fincantieri”. L’ex tesoriere della Lega fa parte infatti del consiglio di amministrazione di Fincantieri, che però ieri ha precisato di non aver mai stretto accordi con la Polare.Lo Shampato e Belsito si sarebbero cimentati anche in una serie di operazioni italiane sui cui la magistratura vuol far chiarezza. Per esempio: gli investigatori ripercorrono le fasi di un giro, definito “alquanto astruso”, di compravendite di macchinari fra tre società: Polare, Siram e Fin.Tecno. Aziende tutte riconducibili allo Shampato: “Si registrano – si legge negli atti giudiziari – trasferimenti di denaro per oltre 11 milioni di euro che non trovano alcuna logica spiegazione”.Belsito è ritenuto “il reale patrocinatore dell’intera operazione, per conto di Bonet: per tale attività percepisce compensi, poi equamente divisi con il suo socio Girardelli”. La Siram compare anche nelle carte delle procure di Milano e di Napoli, che vogliono approfondire le operazioni portate a termine da Bonet nell’interesse di Belsito.

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