martedì 30 luglio 2019
A Rimini una squadra “alternativa” al lavoro sotto l’ombrellone da inizio estate E per ogni euro speso in spiaggia uno viene investito in nuovi progetti per disabili
I ragazzi coinvolti nel progetto di inclusione avviato a Rimini

I ragazzi coinvolti nel progetto di inclusione avviato a Rimini

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Quattro parole chiave per fare vacanza respirando valori: comunità, responsabilità, sostenibilità, inclusività. Chi l’ha detto che a Rimini, in estate, nella capitale del divertimentificio che spesso fa rima con effimero, non si possa aprire un ombrellone, servire un caffè o adagiare un moscone in acqua con un’attenzione particolare alle fragilità sociali? I protagonisti sono ragazzi con sindrome di Down e disabilità intellettiva, alcuni in tirocinio, altri regolarmente assunti e qualcuno che, forte dell’esperienza acquisita, si è lanciato in nuove avventure professionali.

C’è chi fa l’aiuto bagnino e aiuta a sistemare lettini e ombrelloni, chi segue le piscine idromassaggio, chi sta dietro al bancone del bar. Tutti col sorriso, come la piccola Mati, che schizza su e giù tra i tavoli e mostra fiera la sua maglietta con la scritta “staff alternativo”. Ecco “Marina C’Entro”, il pluripremiato progetto di inclusione sociale e lavorativa lanciato dai bagnini del Consorzio Marina Centro di Rimini (stabilimenti dal 20 al 28 eccetto il 23) che dal 2017 rende i loro stabilimenti ad alta responsabilità sociale. Ad ogni apertura di lettino e di ombrellone il progetto cresce e anche il 2019 vede parecchie novità.

La molla scatenante è semplice: il desiderio sacrosanto di permettere alle persone con disabilità intellettiva, all’interno di un adeguato percorso educativo e formativo, di diventare veri professionisti del turismo (aiuto-bagnini, animatori, addetti alla ristorazione), contribuendo alla produttività e allo sviluppo della società e acquisendo, al contempo, una maggiore autostima e indipendenza. «Abbiamo calato un poker di parole chiave: comunità, responsabilità, sostenibilità, esclusività – spiega sorridente Stefano Mazzotti, anima del Consorzio Spiaggia Marina Centro – I ragazzi coinvolti finora hanno potuto mettersi alla prova in una vera e proprio esperienza lavorativa estiva, affiancando i professionisti che lavorano in spiaggia e costruendosi un futuro, primo passo verso l’autonomia».

L’impegno è teso a far sì che la spiaggia diventi sempre più uno spazio di impresa aperto alla comunità, «sensibile ad azioni di responsabilità sociale» gli fa eco il presidente Fabrizio Pagliarani. I risultati della fase pilota sono stati notevoli. Sabrina Marchetti, presidente di Crescere Insieme, associazione che si occupa di favorire l’autonomia dei ragazzi con sindrome di Down e disabilità intellettiva, non ha dubbi.

E snocciola qualche dato: «Nel 2018 sono stati 18 i ragazzi inseriti a vario titolo tra tirocini e assunzioni. Quell’esperienza si è conclusa e ne è nata una nuova ben più strutturata. Le aziende – dentro e fuori il consorzio –, han verificato che tutto ciò è praticabile ». «Praticabile, solidale e foriera di crescita personale e professionale » rilancia Gabriele Pagliarani, conosciuto per la sua bonomia e vulcanicità come il “bagnino d’Italia”.


Della “squadra” dello scorso anno, 4 ragazzi sono stati poi assunti: Arnaldo fa il portiere e barista in albergo, Giuseppe lavora presso il bar stazione a Viserba, Francesco opera in un bar sulla spiaggia sempre a Viserba, Francesca è commessa in un negozio d’abbigliamento. Alex ed Emanuele invece sono inseriti nel progetto 'Orti per la città' di Crescere Insieme, una delle associazioni capaci di fare rete insieme a Rimini Autismo e alla collaborazione con la cooperativa Sociale Il Millepiedi e grazie all’aiuto di Figli Del Mondo, caposaldo riminese della responsabilità sociale d’impresa. Insomma, una città che s’è messa in rete per i disabili. La nuova “formazione” del Consorzio vede Piero responsabile piscine e idromassaggio, Manuel e Alberto sono assunti a busta paga dal Bagno 27, Claudio è tirocinante al 28, Nadia, Benedetta e Matilde (le più giovane con i loro 16 anni) sono in tirocinio formativo presso il bar ristorante Tiki: fanno i turni, affiancate da educatore, destreggiandosi tra cucina, tavoli e bar.

E sono felici: «Ci sentiamo utili» raccontano. Bye bye fase pilota, 'Marina C’entro' si avvia verso un futuro proteso all’autofinanziamento: in questo senso va l’Ombrellone Solidale, la novità 2019 negli stabilimenti del Consorzio che rende protagonisti anche gli stessi turisti. Si chiama “1 euro per 1 euro”: per ogni euro donato al progetto dal cliente al momento del contratto, il bagnino ne investirà altrettanti nel perseguimento degli obiettivi di inclusione lavorativa, per attivare nuovi tirocini e per dare nuove opportunità di lavoro. I conti si faranno a fine stagione ma intanto “Marina C’Entro” è pioniere di cambiamento: «Nel 2017 ho apprezzato l’idea di un percorso che mettesse a sistema i territori, le imprese, le associazioni e le istituzioni e che lo facesse, con una visione di lungo periodo, restituendo valori alla comunità e attraverso una serie di azioni replicabili anche in altre zone» è il commento di Palma Costi, Assessore alle attività produttive della Regione Emilia Romagna. L’assessore ci tiene a ricordare come quello del Consorzio sia il primo piano in ambito turistico a concorrere per la responsabilità sociale d’impresa. Un plauso arriva anche dal Comune di Rimini.

«L’Ombrellone solidale è un passo in avanti rispetto a quanto viene normalmente svolto per progetti di questa natura poiché fonde formazione e mondo del lavoro – la sottolineatura è dell’Assessore alle Politiche Giovanili di Rimini, Mattia Morolli –. L’inclusione è il fulcro della società che vogliamo, una comunità in cui nessuno rimanga solo». E progetti come 'Marina C’entro' e declinazioni come 'Ombrellone solidale', figli di un’anima tutta riminese, sono comunque replicabili anche a livello nazionale. In uno stabilimento balneare ma anche dietro il bancone di un bar o alla reception di un hotel.

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