mercoledì 17 luglio 2013
​I provvedimenti sono stati eseguiti dalla guardia di finanza di Torino nell'ambito dell'indagine su Fonsai. L'accusa: falso in bilancio con grave danno ai risparmiatori. Il patron Salvatore va ai domiciliari, le due figlie in carcere. Il figlio è ricercato.
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Tutta la famiglia Ligresti è stata arrestata dalla guardia di finanza di Torino. Il capofamiglia Salvatore è finito ai domiciliari, le figlie Ionella e Giulia Maria sono state trasferite in carcere. Risulta invece ricercato il figlio Gioacchino Paolo, che dovrebbe trovarsi in Svizzera: gli investigatori stanno aspettando di capire se intende consegnarsi spontaneamente. L'operazione delle fiamme gialle è da ricondurre all'inchiesta su Fonsai. Sono stati arrestati anche Emanuele Erbetta e Fausto Marchionni, ex amministratori delegati di Fonsai, e Antonio Talarico, ex vicepresidente della società. A tutti sono contestati i reati di falso in bilancio, con l'aggravante del grave danno procurato ai risparmiatori, manipolazione del mercato e aggiotaggio informativo perché secondo la procura "diffondevano notizie false occultando perdite e dunque influenzando le scelte degli azionisti". Nel bilancio 2010 della società - secondo l'accusa - sarebbero state sottostimate per 600 milioni di euro le riserve assicurative per evitare gravi ricadute in Borsa sul titolo Fonsai.Secondo i magistrati, il gruppo Ligresti ha potuto contare dal 2002 al 2009 sulla ridistribuzione di utili per 253 milioni di euro "drenati da Fondiaria Sai e da altri - ha detto il procuratore aggiunto di Torino Vittorio Nessi - verso la finanziaria Premafin che fa capo alla famiglia Ligresti". "Emerge uno spaccato inquietante - ha aggiunto Nessi - un uso strumentale di una società come Fonsai, laddove risulta essere stata piegata all'interesse di una parte dell'azionariato. L'effetto è stato perdita di credibilità e il tradimento di piccoli azionisti". Il danno procurato è stato quantificato dai pm in circa 300 milioni.

Sotto la lente anche numerose operazioni immobiliari che permettevano di fare uscire del denaro dalle casse di Fonsai a favore di altre società del gruppo, tutte riconducibili alla famiglia. Tra le operazioni più eclatanti vi è stata l'acquisizione dell'intero pacchetto azionario della società alberghiera Atahotel, che sarebbe stata pagata un prezzo superiore ai valori di mercato nonostante fosse in perdita.L'inchiesta della procura di Torino su Fonsai era stata aperta nell'estate 2012 sulla scia di quella milanese su Premafin, società del gruppo Ligresti, in seguito a una segnalazione Consob. Avviata per l'ipotesi di falso in bilancio e ostacolo all'attività di vigilanza relativamente al quadriennio 2008-11, si era ampliata lo scorso febbraio con l'aggiunta dell'ipotesi di infedeltà patrimoniale dopo la presentazione di numerose querele da parte degli azionisti. La guardia di finanza aveva perquisito più volte le sedi del gruppo sparse sul territorio italiano e sequestrato numerosi supporti informatici con almeno 12 terabytes di materiale che è stato analizzato nel corso degli ultimi mesi.

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