venerdì 7 agosto 2020
Il Consiglio dei ministri ha varato il dl di agosto, la nuova manovra anticrisi da 25 miliardi. E' una soluzione che ha spostato avanti di almeno un mese il divieto di mandare a casa i dipendenti.
Licenziamenti: raggiunto l' accordo. Divieto confermato finché c'è la Cig

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La maggioranza ha trovato l’accordo sulla proroga dei licenziamenti fino al 15 novembre e già ieri il Consiglio dei ministri ha varato il dl Agosto, la nuova manovra anticrisi da 25 miliardi dopo quelle varate a marzo e a maggio. L’intesa è maturata giovedi pomeriggio dopo l’ennesimo vertice che ha messo fine a un lungo braccio di ferro. Una soluzione che ha spostato in avanti di almeno un mese (finora nelle bozze del decreto era comparso il termine di metà ottobre) il divieto di mandare a casa i dipendenti da parte delle aziende. Il meccanismo individuato sembra andare più nella direzione chiesta dai sindacati (mantenere il blocco tutto l’anno) che a quella di Confindustria (non "ingessare" il mercato del lavoro).

Ma giovedi le confederazioni sono rimaste guardinghe e non hanno commentato, in attesa di esprimere un giudizio sul testo del decreto. La proroga è strettamente legata alla nuova disponibilità di cassa integrazione con causale Covid prevista dal decreto (altre 18 settimane) e agli sgravi per chi assume nuovo personale (4 mesi di contributi azzerati). Le scadenze del divieto saranno variabili in base alle diverse scelte delle aziende sul ricorso effettivo alla cassa: il blocco durerà almeno fino a metà novembre, data a cui si arriva aggiungendo le 18 settimane di Cig partendo dalla data del 13 luglio scorso, in caso di utilizzo continuativo; più a lungo se l’uso sarà frammentato.

Il messaggio implicito del governo al mondo imprenditoriale è questo: prima di poter licenziare dovrai avere esaurito la disponibilità dell’ammortizzatore anti–crisi a cui hai diritto; anche se non ne fai uso, perché questo vuol dire che non hai necessità di lasciare casa nessuno. In alternativa alla Cig le aziende potranno accedere a una decontribuzione del 100% sulle nuove assunzioni, ma anche in questo caso non potranno licenziare per tutto il periodo dello sgravio, quattro mesi a partire da settembre, che portano di fatto la proroga alla fine dell’anno. "Il nodo è stato sciolto, c’è condivisione, abbiamo trovato una sintesi", ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri a metà pomeriggio uscendo da Palazzo Chigi, dove si era a più riprese confrontato, insieme il premier Giuseppe Conte, con i capi delegazione di maggioranza, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro e i rappresentanti dei partiti che seguono i dossier economici, i viceministri Antonio Misiani (Pd) e Laura Castelli (M5s), il sottosegretario Maria Cecilia Guerra (Leu), il presidente della commissione Finanze Luigi Marattin (Iv).

Raggiungendo una "mediazione", come la definiscono nel governo, tra chi, come la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo – insieme a parte del Pd, Leu e sindacati – chiedeva il blocco totale fino al 31 dicembre, e chi, come Italia Viva ma non solo, aveva posizioni più vicine a quelle degli industriali. "La sintesi raggiunta in Consiglio dei ministri è una buona soluzione. Il blocco dei licenziamenti agganciato all’effettivo utilizzo delle 18 settimane di ulteriore cassa integrazione permetterà alle aziende di salvaguardare l’occupazione fino alla ripresa economica, prevista per l’inizio del prossimo anno", ha commentato il responsabile Lavoro della segreteria Pd Marco Miccoli.

Soddisfatti anche i renziani, che mentre mettono a loro merito anche il rinvio delle scadenze fiscali di novembre per gli autonomi, parlano di soluzione di buon senso: "si può scegliere di bloccare i licenziamenti fino a che si coprono i costi di impresa, e dunque per le 18 settimane. Se stoppi di più stai facendo la spesa con il portafogli degli altri e rischi di danneggiare i lavoratori oltre che gli imprenditori ", spiegano da Iv. Per la nuova cassa integrazione Covid il governo mette sul piatto circa 10 miliardi. Le prime 9 settimane saranno accessibili a tutti, mentre la seconda tranche avrà dei paletti legati ai cali di fatturato: chi ha perso più del 20% rispetto al pre–crisi continuerà ad accedere senza oneri all’ammortizzatore di emergenza, gli altri potranno chiederlo ma pagando il 9% con cali sotto il 20% del fatturato o il 18% se non si sono registrate perdite. Sembra confermata anche la possibilità fino a dicembre di prorogare i contratti a termine senza causali. Gli sgravi contributivi non si limiteranno alle nuove assunzioni a tempo indeterminato che aumentano la forza lavoro ma riguarderanno anche – con una decontribuzione di 3 mesi – gli stagionali del turismo.

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