venerdì 14 aprile 2017
Tra quanti mancano all'appello vi sono 15 donne e 5 bambini. La Marina di Tripoli è intervenuta a 6 miglia dalla costa. Migrantes: è un "muro di morti"
Naufragio al largo della Libia: 97 dispersi, 23 tratti in salvo

ANSA

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Almeno 97 migranti risultano dispersi, fra questi 15 donne e cinque bambini, dopo il naufragio della loro imbarcazione avvenuto ieri al largo della Libia. Lo ha dichiarato all'agenzia Afp il portavoce della Marina libica. La cifra è stata fornita da 23 superstiti di diverse nazionalità africane, soccorsi dalla guardia costiera libica a sei miglia al largo di Tripoli.

In un messaggio diffuso ieri dal generale Ayob Amr Ghasem, portavoce della Marina libica da cui dipende la Guardia costiera, si afferma che "il numero totale dei migranti a bordo era di 120". Giovedì mattina ne sono stati "salvati 23 e 97 sono dispersi", tra cui "alcune donne (15) e cinque bambini". I migranti erano tutti di "nazionalità africana", ha precisato l'ufficiale senza precisare i Paesi di provenienza.

Il naufragio è avvenuto a sei miglia nautiche al largo di Tripoli (sul lato della zona di Qerqarish) e i naufraghi sono stati salvati verso le 10. Il fondo del loro gommone era "completamente distrutto", hanno spiegato le autorità di Tripoli.

I superstiti sono stati portati dapprima alla base navale di Tripoli e poi al "Centro di ricerche e indagine" dell'autorità di lotta contro l'immigrazione clandestina nella stessa capitale libica. Lo riferisce la nota del portavoce della Marina libica precisando che ai naufraghi è stato fornito "soccorso medico e umanitario".

Come noto solo quest'anno sulla "rotta mediterranea centrale", quella che dalla Libia porta all'Italia, ci sono stati 603 morti a fronte di quasi 27 mila arrivi secondo dati aggiornati a domenica scorsa dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Iom). L'anno scorso i morti furono quasi 4.600, in forte aumento rispetto agli oltre 2.800 dell'anno prima. Nel triennio, per difetto, l'Unhcr stima diecimila vittime.

È un "muro di morti" quello che sta salendo nel Mediterraneo, "senza la volontà di condividere risorse nuove per un piano di sviluppo e ripensare canali regolari d'ingresso che evitino morti a centinaia". Lo dice monsignor Gian Carlo Perego direttore generale della Fondazione Migrantes. Il Venerdì Santo di quest'anno - dice monsignor Perego al Sir - "incrocia un nuovo naufragio in acque nazionali libiche. Cento nuove croci, soprattutto di donne e bambini, che rischiano d'indicare un rallentamento europeo del salvataggio in mare e, al tempo stesso, il fallimento di un accordo tra Libia e Italia".

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