sabato 1 marzo 2014
Questi i dati, aggiornati al 7 gennaio scorso, e forniti dall'Agenzia nazionale. Si tratta di 11.238 immobili e 1.708 aziende.  (Nella foto, don Ciotti)
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Sono 12.946 i beni confiscati in Italia, di cui 11.238 immobili e 1.708 aziende. I dati, aggiornati al 7 gennaio scorso e forniti dall'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, sono al centro di un forum nazionale promosso da Libera a Roma, intitolato Le mafie restituiscono il maltolto e al quale partecipano anche 395 associazioni non aderenti alla rete di Libera e che in Italia gestiscono beni confiscati.All'iniziativa sono presenti, tra gli altri, Maurizio Martina, ministro delle politiche agricole, Giuliano Poletti, ministro del lavoro, Rosy Bindi, presidente commissione parlamentare antimafia, Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia, il sindaco di Roma Ignazio Marino, Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, Virginio Rognoni, don Ciotti e Nando Dalla Chiesa, presidente onorario di Libera.Le prime sei regioni per presenza di beni confiscati sono: Sicilia con 5.515 beni; Campania, con 1.918; Calabria con 1.811; Lombardia con 1.186; Puglia con 1.126 e Lazio con 645. Degli oltre 12mila beni confiscati il 35% del totale (pari a 3.995) sono ancora in gestione all'Agenzia nazionale, mentre il 52% (pari a 5.859) sono stati destinati e consegnati a istituzioni o enti locali per utilizzarli in proprio o assegnarli ad altre associazioni che ne garantiscano il riutilizzo sociale.È la Sicilia la prima regione con il maggior numero di beni confiscati con 4.892 e il capoluogo, Palermo, ne conta in totale 3.243, di cui 1581 in gestione e 1348 consegnati. Seguono la Calabria (1.650 beni), Campania (1.571), Puglia (995), Lombardia (963) e Lazio, (503). A Roma sono 361 i beni in totale, 107 quelli in gestione, 197 quelli destinati e consegnati, per quanto riguarda le aziende confiscate alle mafie, invece, sono 1.211 (su un totale di 1.708) quelle ancora in gestione dell'Agenzia nazionale, mentre 497 sono uscite dalla gestione per essere destinate alla vendita, liquidazione o procedura di fallimento.Pochissimi i casi di aziende affidate a cooperative costituite da lavoratori delle stesse imprese. La Sicilia con 623 aziende guida ancora la classifica; seguono la Campania, con347 aziende, la Lombardia (223) e la Calabria, con 161. Il Lazio, con 140 aziende, è al quinto posto, seguito dalla Puglia, al sesto, con 131."I numeri di beni confiscati in Italia sono ancora troppo pochi - ha detto don Luigi Ciotti - bisogna dare più strumenti alla magistratura, occorre un'agenzia nazionale più efficace e più efficiente, e non va meglio per le imprese: su 1.708 confiscate solo qualcuna è sopravvissuta, invece bisogna salvare, insieme ai lavoratori, l'impresa; per questo abbiamo pensato a nuova campagna, Salviamo il made in Italy, che vede la partecipazione di alcune aziende che prendono in affidamento alcune imprese confiscate. Alla politica, invece - ha concluso - chiediamo faccia servizio per il bene comune, nelle parole, nei fatti, nella concretezza".
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